LA SCIMMIA
Lo Stato, tutti i suoi apparati, la società civile, visti da Adolphe Willette (1857-1926), anch'egli uno degli autori più graffianti di L'Assiette au Beurre, in un numero intitolato Le Singe, e cioè alla lettera La Scimmia, nel gergo dell'epoca un'espressione dispregiativa per indicare il padrone. Uno dei numeri tra i più apprezzati a livello artistico di quelli sfornati in dodici anni dalla celebre rivista di satira, degno di affiancarsi agli altrettanti celebrati numeri illustrati da Kupka, e da Steinlen.
Allo stile realistico ed estremamente crudi e a volte feroce delle scene raffigurate nelle singole tavole fa infatti riscontro un impianto interpretativo molto astratto simbolico appunto. Geniale semplicemente l'idea di presentare la tematica da lui trattata, e cioè il dominio dell'uomo sull'uomo e del ruolo attivo in questo senso delle istituzioni, non tanto in singole pagine le une slegate alle altre ma magari unite in un unico discorso, bensì in un unicum senza interruzioni né ideologiche né raffigurative.
Questo numero della rivista va infatti visto come un vero e proprio rotolo che si svolge dalla prima all'ultima pagine sfogliandolo ma che si potrebbe ugualmente ridurre ad un cilindro di carta se si tagliassero le singole pagine e si unissero per i loro lati. Questa grande idea dà modo all'autore di presentare il suo discorso critico presentandolo come un'allucinante sfilata carnevalesca delle fondamentali categorie sociali: esercito, magistratura, religione, prostituzione, lavoro, il padrone al centro del trittico, ed infine alcune scenette relative alla politica, alla burocrazia, alla violenza sulla donna, non necessariamente borghese, tiene a precisare Willette.
Quest'idea di trattare in questo modo il numero della rivista non poté che sembrare che naturale all'autore che all'epoca aveva già decorato con enormi affreschi le pareti dei più celebri locali come Il Moulin Rouge (che si vede sullo sfondo della tavola intitolata La Brigata Mondana), Le Chat Noir, ma anche una sala del municipio parigino, e di ristoranti come quello della Cigale, La Taverne de Paris, L'Auberge du Clou, ecc.
Willette collaborò infine con la maggior parte delle riviste umoristiche e satiriche dell'epoca, illustrò anche numerosi libri di autori affermati e si fece apprezzare come pittore.
Il giudice in mezzo all'illustrazione regge una tavola su cui sta scritto: Duralex pavberibus sed lex (la legge è dura per i poveri, ma è legge).
In basso sulla parte sinistra leggiamo la scritta: Quid stum mieser Tunc dicturus ed sulla destra sempre in basso: Cum vix justus sit securus!
"March Tempo but not fast"
La Chiesa Anglicana
Colui che mi ucciderà
Sarà un mio compagno
Mi benderà gli occhi
Con il suo fazzoletto blu,
E mi farà morire
Senza farmi soffrire.
Le usanze
La brigata Mondana.
I lavoratori
C'è da bere laggiù!
Berrà chi potrà.
Pagherà chi vorrà.
"Andiamo figli della Patria, il giorno di gloria è giunto".
La via all'eguaglianza della Repubblica si insabbia.
Dell'ideale iniziale non rimangono che le lucerne del 14 luglio.
- Attenti!... ecco la scimmia!...
Sulle botti poste sulla parte anteriore del vagone, si leggono le iscrizioni: legno di Campech (un colorante), Alcool, Melassa.
Sulla parte sinistra la Repubblica rischiara il mondo dei funzionari. Dietro di essa Auguste Potacolle, la sputacchiera dell'Eliseo 50.000 franchi, 250.000 con le mance. Dietro ancora, Joseph Prudhomme, Presidente della Repubblica Francese, 1.200.000 franchi, e dietro di lui in primo piano il Boia, 6.000 franchi e con gli spostamenti e le gratifiche: 30.000 franchi.
Gli uomini politici
Trionfo del Signor Chi-di-Diritto
[Una folla di funzionari trasporta un capo dalle orecchie asinine con in mano uno scettro che non è altro che un timbro gigantesco, simbolo della burocrazia. Sui copricapi dei sottoposti sta scritto: Guerra, Culti, Marina, Belle-Arti.
Sullo sfondo un enorme bottiglia per l'inchiostro]
Qui si è rinunciato a toccare le imposte....
È proibito sedersi... ma non sopra le ginocchia del Padrone
Nota bene. - La Scimmia non è sempre un Borghese.
[Traduzione di Massimo Cardellini]
LINK all'opera originale:
Le Singe