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14 agosto 2023 1 14 /08 /agosto /2023 08:00

I primi fumetti da L'Illustration all'Illustrated London News

   Creato nel 1843 sul modello dell'Illustrated London NewsL’Illustration è molto probabilmente all'origine dell'ingresso del fumetto töpfferiano nella stampa illustrata anglo-sassone.

   Nel 1845, il grande settimanale francese diretto da J.-J. Dubochet – un cugino di Töpffer – aveva pubblicato a puntate il suo M. Cryptogame, interamente ridisegnato da Cham per l'incisione su legno. Sino ad allora il genere inventato da Töpffer era consegnato al formato eccentrico del «romanzetto» ad immagini. Con la pubblicazione a puntate di Töpffer e Cham pubblicati da L'Illustration, il fumetto töpfferienne facave dunque il suo ingresso sulla stampa d'attualità.

   Pubblicato nel 1850, il M. Verdreau di Stop (qui sotto) testimonia del persistente interesse del grande settimanale parigino di attualità per la forma di racconto inventato da Töpffer. La pubblicazione di questo corto racconto a puntate su L’Illustration nel 1850 ha potuto incitare l'editore dell'Illustrated London News a pubblicare una storia diu una simile tonalità sul suo supplemento di Natale del dicembre del 1851.

   Questa storia di nove pagine, uscita dal numero 359 al numero 364 di L’Illustration meriterebbe indubbiamente un'analisi storica accurata. Vi ritroviamo un intreccio di temi e di emblemi molto difficili da districare (tra cui il «cappello giallo», segno tradizionale di giudaicità). Alcune figure stilistiche - soprattutto nella pagina qui riprodotta – sono tipicamente töpfferiane. L'ambiente generale, urbano, moderno (si parla di piccoli annunci, di seduta d'ipnosi, di viaggio in treno) è del tutto caratteristico dello spirito in cui il modello töpfferiano è ricevuto e adattato dalla stampa illustrata, come una forma particolarmente adatta a evocare i ritmi, le abitudini ordinarie, la velocità del mondo moderno nell'era urbana e industriale [3].

   La storia della pubblicazione di fumetti nei grandi giornali di attualità inglese commincia nel dicembre del 1851, con la pubblicazione di Verdant Green sul supplemento di Natale dell'Illustrated London News.

   Il racconto, firmato Cuthbert Bede, racconta in due episodi la vita tumultuosa di uno studente giunto da poco a Oxford. Più tardi, l'autore ne trarra un romanzo dallo stesso titolo (1853) e, anche allora, illustrato dalle sue cure. Curiosamente, la prima versione disegnata non sembra essere stata conosciuta da Anthony Powell che scrive la prefazione alal riedizione del romanzo (Oxford University Press, 1982) senza menzionare il fumetto.

Fortuna del genere töpfferien verso il 1850

   A quest'epoca, molti piccoli albi ispirati alle storie di Töpffer sono in vendita nelle librerie londinesi e una serie umoristica dedicata alle disavventure di Brown, Jones & Robinson di Richard Doyle, è già comparsa in Punch, il grande settimanale satirico londinese (che condivide molti dei suoi disegnatori con l'Illustrated London News). Intorno al 1850, la forma creata da Töpffer è dunque molto in voga in Inghilterra, soprattutto negli ambienti letterari che circondano Dickens e Thackeray. Essa si è rapidamente adattata agli scripts «giornalistici» della vita moderna.

   Con il Verdant Green di Cuthbert Bede il fumetto si presenta come una forma moderna che si presta bene all'evocazione dello stile di vita frenetico di una ceerta frangia un po' canaglia della società. L'orientamento giornalistico e l'assenza di ogni elemento nostalgico che caratterizzavano le storie di questo genere potevano perfettamente combinarsi con la forma töpfferienne di cui il découpage rapido, a scatti portava già una critica implicita della frenesia (e della stupidità) della vita moderna nell'era urbana e industriale.

   La descrizione delle abitudini e delle azioni ordinarie dei giovani un po' su di giri e delle loro sbandate sociali (relativamente innocue) era d'altronde tipica della letteratura comica inglese del XVIII e del XIX secolo. I romanzi di Tobias Smollett (una delle innfluenze letterarie di Töpffer), il Life in London (1821) di Pierce Egan (illustrato dai fratelli Cruikshank), il Mr Lambkin de Cruikshank, discendevano tutti, in ultima analisi dal Rake’s Progress di William Hogarth. Hob & Nobb Garroted, di Charles H. Bennett (The Illustrated Times, 1856), «Midnight sketches from life, by a prisonner», de C. Roberts (1872) e Mr Tomkins’ atonement de S.T. Dadd (1886) sono rappresentativi di questa filiazioni, che definisce un genere grafico ben ancorato nell'immaginario degli illustratori inglesi. Quest'ultimi avevano immediatamente stabilito il legame tra la forma töpfferienne e quell'antichissimo lignaggio semigrafico, semiletterario, alla quale si possono raccordare delle serie successive come Ally Sloper di Marie Duval e Charles Ross e Mutt and Jeff di Bud Fisher.

   Se il linguaggio visuale inventato da Töpffer si adatta così bene alla vita moderna, non è per caso: sin dall'origine, Töpffer l'ha concepito come un idioma parodistico destinato a esporre gli effetti alienanti, sulla psiche umana, dell'industrializzazione, dell'accademismo e del materialismo. I suoi romanzetti comici formano delle catene di diagrammi che si ispirano ironicamente alle illustrazioni dei manuali di espressione teatrale e delle enciclopedie tecniche e scientifiche. Si trattava per Töpffer di denunciare la retorica dell'azione progressiva (ciò che oggi chiamiamo l'arte sequenziale), e, mediante essa, la retorica del progresso nell'era industriale (l'azione progressiva constituendo in qualche modo il principio motore della modernità).

   Dalla istanza sulla ripetizione meccanica di alcuni motivi, la descrizione delle routine, le corse cieche, le conseguenze grottesche di azioni e reazioni a catena, gli attentati fantasiosi all'integrità fisica dei personaggi - tutti questi elementi si ritrovano in questa storia di Charles H. Bennett, che si inscrive direttamente nella discendenza töpfferiana.

   Un poliziotto che si apprestava a chiamare un ragazzo di strada (addormentato sotto un portico) è allertato dal chiasso di una banda di gozzovigliatori. Sbagliandosi di persona, il funzionario invia in gattabuia uno sfortunato passante che non può fare nulla. Quest'ultimo è condannato a dieci shillings di multa e a una notte dietro le sbarre.

   Uno dei primi fumetti giornalistici (o pseudo-giornalistici) pubblicati da The Graphic permette di effettuare il legame con la tematica dei «giovani su di giri», evocati in precedenza. In una brevissima descrizione, il commento pubblicato sul verso narra i dettagli di questo errore giudiziario senza grandi conseguenze.

   Mr Tompkins, rientrando nella propria abitazione un po' alticcio passa attraverso la finestra della sala da pranzo. Allertato dall'abbaiare del cane del vicino, l'agente N° 211 Z si accorge di ciò che sta avvenendo, e scambiando Mr Tompkins per un ladro, passa attraverso la stessa strada. Intervento violento di Mr Tompkins nella sua abitazione. La signora Tompkins non è contenta. Mr Tompkins giura che non lo farà mai più.

   Ancora una storia tipica della tradizione töpfferiana. Il tema dell'arresto notturno è molto presente in Töpffer, e molto emblematica della sua critica dell'azione progressiva che egli intendeva come una specie di «visione a tunnel». Per Töpffer, i personaggi coinvolti dall'azione progressiva sono incapaci di apprezzare intelligentemente il quadro (simultaneo) della situazione nella quale essi si dibattono. Gli autori inglesi riconoscevano senza sforzo le fonti letterarie di questo tema, soprattutto nei romanzi cominci di Tobias Smollett.

   Nuova variazione (senza parole) sui rischi della vita urbana. Invitato a cenare a casa dei Jones, l'eroe cerca la casa e si sbaglia di indirizzo diverse volte. Giunge dapprima a casa di un medico, poi in diverse altre dimore, sino alla «casella prigione»... dove incontra un certo Jones (quello buono?) che l'invita a cena, e lo presenta a sua figlia.

   Si noterà la composizione sotto forma di storyboard, molto caratteristico dei fumetti dell'Illustrated London News e del Graphic all'epoca. Il sistema degli «croquis» attaccati con delle puntine (punaisés) e riuniti per formare una pagina è uno dei «prismes» attraverso i quali i disegnatori umoristici proiettano volentieri le loro storie. Il modello sembra direttamente ispirato dal fumetto dei servizi giornalistici, contesto nel quale gli abbozzi sono evidentemente «riportati» dall'artista (che ha assistito alla corsa dei cavalli o partecipato all'incursione).

   Notiamo che in materia di composizione, nessun modello stabile e implicito di fumetto esiste ancora, il che spiega la ricchezza delle soluzioni inventate dai disegnatori umoristici. Si dovrà attendere il comic strip 1900, e il modello audiovisuale (nato dallo stesso dinamismo semiotico) affinché la combinazione della bolla sonora e il riferimento implicito all'azione cinematografica si imponga a poco a poco come linguaggio universale e «trasparente».

 

Thierry Smoleren

 

[Traduzione e cura grafica di Massimo Cardellini]

 

[3] Devo al mio collega Gérald Gorridge l'aver attirato la mia attenzione sull'esistenza di questa storia.

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