Il Matrimonio del Cielo e dell'Inferno
Il Matrimonio del Cielo e dell'Inferno (The Marriage of Heaven and Hell) è una raccolta di poesie in prosa scritta da William Blake (1757-1827) tra il 1790 e il 1793. Uscita nel 1793, quest'opera è celebre soprattutto grazie ai proverbi (o aforismi) dell'Inferno che contiene. William Butler Yeats e André Gide lo fecero conoscere al mondo. Quando Blake comincia a scrivere questo capolavoro dallo stile lapidario, quello dei Proverbi dell'Inferno, ha trentatré anni e impiega tre anni per portare a termine quest'opera.
Presentazione
Questo libro è uno dei Libri profetici del poeta, pittore e incisore britannico. Questa prosa poetica è influenzata dai versetti della Bibbia. Quest'opera sarcastica entra in risonanza con La Saggezza degli angeli di Emmanuel Swedenborg (1688-1772). Il riferimento a Swedenborg si ritrova sin nel titolo di un'opera di questo poeta: Del Cielo e dell'Inferno. Il libro di Blake si iscrive, in quel che René Char chiama la «conversazione sovrana», con l'opera di Swedenborg pubblicata nel 1787, in traduzione inglese.
Davanti all'incendio della prigione di Newgate, durante le sommosse nel 1780, egli plaudisce. Il libertario che egli fu salutò non senza fervore la presa della Bastiglia. Blake non scrisse forse alcuni anni più tardi questo Proverbio dell'Inferno: «E' con le pietre della Legge che si sono costruite le prigioni e con i mattoni della religione, i bordelli».
Per André Gide che tradusse e riconobbe Blake sin dallinizio del XX secolo, «l'astro Blake scintilla in questa remota regione dove brilla l'astro Lautréamont. Lucifero radioso, i suoi raggi rivestono con un scintillio insolito i corpi miserabili e gloriosi dell'uomo e della donna».
Per il poeta Jean Rousselot, «a questa vocazione esultante delal contradizione, Blake darà un'espressione brillante, paradossale ed enigmatica al contempo in Il Matrimonio del Cielo e dell'Inferno, opera maestra da cui derivano la maggior parte dei suoi altri «libri profetici» che sono lungi di aver il suo vigore incisivo e nel quale Louis Cazamian a ben ragione di vedere «uno slancio d'entusiasmo orgiastico, probabilmente unico nella letteratura inglese sino ai nostri giorni».
E aggiunge inoltre: «Questo cammino pieno di abissi, popolato da belve e da serpenti, non era, ad ogni modo, compiuto affatto per i sandali presbiteriani, anglicani o romani. Di fatto, William Blake ha dato in questo poema, più libero corso che in ogni altro da lui scritto alla sua frenesia distruttrice. Non c'è nessun valore che non venga abbattuto, ridicolizzato, ridotto in polvere».
Contenuto dell'opera
Per William Blake, tutto consiste nell'opposizione dei contrari. «Senza contrari non vi è progresso. Attrazione e Repulsione, Ragione e Energia, Amore e Odio, sono necessari all'esistenza dell'uomo». Secondo Emanuel Swedenborg, dopo la morte del corpo fisico dell'uomo, l'umano passa per un periodo transitorio nel mondo degli spiriti, da cui potrà in seguito scegliere di andare in cielo o in inferno. E' un'esperienza del passaggio al regno degli angeli e dei demoni.
In compenso, secondo Blake, da questo urto dei contrari, non nasce un'unità intermediaria, origine della forza creatrice che fonda ogni autentico progresso. Blake scrive: «Da questi contrari derivano ciò che le religioni chiamano il Bene e il Male. Il Bene (esse dicono) è il passivo che si sottomette alla Ragione. Il Male è l'attivo che scaturisce dall'Energia. Bene è Cielo, Male è Inferno».
Per Blake, l'Energia (qui il Male) è «Gioia eterna». Egli scrive: «1° l'uomo non ha un corpo distinto dalla sua anima, perché ciò che chiamiamo corpo è una parte dell'anima percepita dai cinque sensi, principali entrate dell'anima in questo periodo della vita. 2° L'energia è la sola vita; essa deriva dal corpo, e la Ragione è il limite dell'aqccerchiamento dell'energia. 3° Energia è Eterna delizia».
William Blake ha scritto questo libro in opposizione a un'epoca, quella dei Lumi, in cui la nozione di Ragione prevaleva ovunque. Questo profeta, tanto audace quanto ribelle, promuoveva la virtù creatrice del desiderio, che non deve essere mai frenato, perché in tal caso diventa passivo e sterile. Egli scrive: «Coloro che reprimono il loro desiderio, sono quelli il cui desiderio è molto debole per essere represso; e l'elemento restrittore o ragione usuroa allora il posto del desiderio e governa quello la cui volontà abdica. E il desiderio a poco a poco diventa passivo sino a non essere più che l'ombra del desiderio».
Se come faceva notare Paul Eluard, «il poeta è più colui che ispira che quello che è ispirato», molto prima che le teorie di Sigmund Freud e di Jacques Lacan fondino la psicoanalisi, Blake si è opposto in quanto vero ribelle del pensiero, a tutte le opinioni tramandate, a tutte le Chiese costituite del suo tempo, e contro leggi e principi che reggono un paese, ha affermato con veemenza, la forza e l'energia del desiderio, al punto di essere accusato di follia dagli uomini della sua epoca. Il riconoscimento di questo visionario si fece a titolo postumo, in Francia all'inizio del XX secolo. Il 22 giugno 1944, Maurice blanchot scrive nelle sue cronache Débats a proposito di William Blake: «Per Blake, le cose reali che vediamo devono far posto a delle cose immaginarie che sole ne manifestano la vera natura». Blake è e non smetterà di essere un uomo delle visioni: un vero visionario.
Georges Battaille ha scritto nel 1957 un lungo capitolo del suo libro La Littérature et le Mal a proposito di Blake. Vi occupa un posto importante. In quest'opera che rivela l'influenza di Blake, Bataille scrive: «La letteratura è l'essenziale, o nulla. Il Male - una forma acuta del Male - di cui è espressione, ha per noi, credo, valore sovrano».
Per Georges Bataille, il coraggio necessario all'uomo per trasgredire la proibizione è un compimento perché esige una «ipermorale». In ciò, è molto vicino a Blake. Blake rifiuta l'utopia di Swedenborg, così come rifiuta il cristianesimo tradizionale. Lo rovescia, lo ribalta, per diventare ciò che Friedrich Nietzsche ha chiamato un «Disangelo». F. Piquet, riprendendo Nietzsche, aggiunge che è una «Buona Cattiva Novella» nel senso che il «Male» denunciato dagli spiriti angelici è lo splendore del vivente.
Una recente traduzione (2008) porta un nuovo chiarimento. Secondo Alain Suied e Gérard Pfister, (poeta-editore delle edizioni Arfuyen), «Blake non è, come lo considerava Bataille, uyn poeta del Male. Egli «mostra» il Male, ma è per fonderlo nella Contraddizione universale, per dimostrare che porta alla possibilità del Bene! [...] Il fuoco che vi riluce è quello della rivolta interiore, dell'aspirazione all'Assoluto, l'appello senza fine alla trasgressione suprema e quotidiana».
I Proverbi dell'Inferno
Tratti dal capitolo V del Matrimonio, questi 70 aforismi rivelano tutto l'artista ispirato quale fu Blake. Secondo François Piquet, «atraverso l'aforisma, la parabola e l'emblema, il testo folgorante e provocatotio qual è Il Matrimonio del Cielo e dell'Inferno, comunica che la rigenerazione dell'uomo passa attraverso il libero esercizio di un'esuberanza che è bellezza» Blake fu un grande lettore di Dante e di Milton, della Bibbia e della Kabbalah. Queste letture hanno profondamente nutrito e metamorfizzato la sua visione. Questi aforismi restano come una profonda e ricca sintesi del suo pensiero ardente e battagliero che agisce la maggior parte del tempo attraverso il principio del ribaltamento e del rovesciamento, da cui la sua forza e la sua energia.
Alcuni aforismi
Le presenti citazioni occuoano una parte intera e indipendente del libro. Apparse sotto il titolo di Proverbi dell'Inferno, esse sono un buon riassunto del punto di vista sulla realtà esposta qui da Blake.
[Traduzione e cura di Massimo Cardellini]
- All'uccello il nido; al ragno la tela; all'uomo l'amicizia.
- Colui il cui volto è senza raggi non diventerà mai una stella.
- Le tigri della collera sono più sagge dei cavalli del sapere.
- Il cammino dell'eccesso conduce al palazzo della Saggezza.
- Occhi, di fuoco; narici, d'aria; bocca d'acqua; barba, di terra.
- La prudenza è una ricca e ripugnante vecchia zitella corteggiata dall'Incapacità.
- Il Desiderio non seguito dall'azione genera pestilenza.
- La cultura traccia delle strade rette; ma le strade tortuose senza profitto sono quelle del genio.
- Nel tempo della semina impara, in quello del raccolto insegna, dinverno godi.
- Guida il carro e l'aratro sopra l'ossa dei morti.
- Conti, peso e misura, lasciali all'anno di carestia.
- Nessun uccello sale troppo in alto, se sale con le sue ali.
- Se il matto persistesse nella sua follia, andrebbe incontro alla saggezza.
- Con le pietre della Legge hanno alzato Prigioni; coi mattoni della Religione, Bordelli.
- La volpe biasima la trappola, non se stessa.
- Ciò che oggi può dimostrarsi, una volta fu folo immaginato.
- Sii sempre pronto a dire ciò che pensi, e il vileti scanserà.
- L'aquila non sprecò mai tanto il suo tempo come quando si mise alla scuola del corvo.
- Non puoi mai sapere ciò che basta, a meno che tu non abbia conosciuto prima l'eccesso.
- Se non ci fossero stati gli sciocchi, dovremmo esserlo noi.
- La creazione di un piccolo fiore è lavoro di ere.
- Come per l'uccello, l'aria, per il pesce, il mare, così sia il disprezzo per lo spregevole.
- Esuberanza è Bellezza!
- Abbastanza oppure Troppo.
[Traduzione e cura grafica di Massimo Cardellini]
BLAKE / AN ILLUSTRATED QUARTERLY: Current; Issue Archive
Le Mariage du Ciel et de l'Enfer - Wikipédia
Mariage du Ciel et de l'Enfer Portrait de William Blake par Thomas Phillips. Auteur William Blake Pays Angleterre Genre Poésie Version originale Langue Anglais Titre The Marriage of Heaven and Hell
https://fr.wikipedia.org/wiki/Le_Mariage_du_Ciel_et_de_l%27Enfer