Il signor Tringle

Capitolo I
Progetti e meditazioni del signor Tringle
Mai uomo fu più felice del signor Tringle il giorno in cui ricevette un invito per il ballo in costume dato dalla famiglia Brou.
Subito il signor Tringle decise di vestirsi da diavolo.
Singolare idea per un celibe che aveva l'aspetto abituale di un parapioggia nel suo fodero.
È vero che un mese prima dell'annuncio di questo ballo, il signor Tringle si era accordo, all'incrocio del parruccaio Chabre, uno strano costume di diavolo rosso, con una parrucca arruffata e una lunga coda mobile che doveva produrre (per lo meno così apparve al signor Tringle), un effetto sorprendente in una quadriglia.
Non che il signor Tringle fosse un buon ballerino. Sino ad allora, il suo posto durante le serate era assegnato ad un tavolo in cui i principali funzionari della città di Ilettes giocavano alla bête ombrée;
ma il signor Tringle aveva pensato che quella coda mobile, allo stesso tempo in cui lo avesse esentato dal gioco, si sarebbe agitata abbastanza da sé per lottare contro il talento dei ballerini più rinomati.
Tutto un futuro di felicità si annetteva a quel costume da diavolo, poiché da qualche tempo il signor Tringle si lamentava segretamente sul suo stato di vecchio ragazzo, e non chiedeva che di condividere i suoi tremila franchi di patrimonio con una giovane che gliene apportasse almeno il doppio.
E, poiché la signora Brou sembrava offrire al celibe le qualità che egli si aspettava da una compagna, e cioè seimila libbre di rendita, più di una volta, passando davanti alla bottega del parruccaio, il signor Tringle ammirò, volteggiando al vento, il costume da diavolo che doveva farlo entrare nel bel mondo.
- Quanto si deve essere leggeri sotto quel costume!, pensava il signor Tringle, rimpiangendo di non aver reso sciolte le sue gambe in gioventù.
Con il favore di una quadriglia, sperava di intrattenersi con la signora Brou, dare esempio di galanteria, mostrarsi pieno di attenzioni durante il ballo cotillon, e soggiogare il cuore della giovane con delle prodezze di danza tanto più notevoli in quanto non vi si era abituato.

Il celibe non fece in tempo ad entrare nel salone dei Brou, che venne catturato dai giocatori.
- Stiamo organizzando una bête ombrée, ecco il signor Tringle, esclamò la padrona di casa.
Allo stesso tempo si poteva udire la voce stridula di una vecchia ereditiera, giocatrice accanita.
- Signor Tringle, signor Tringle, signor Tringle!.
Il signor Tringle non aveva ancora ancora consegnato il suo cappello che un certo signor Paf, capitano nella guardia nazionale, seduto alla tavola da gioco, esclamava, come se avesse da fare l'appello degli uomini della sua compagnia:
- Tringle, caro signor Tringle, tutti vi reclamano, diceva la signora Brou spingendo famigliarmente il celibe da una parte del fastidioso tappeto verde.
Queste ragioni e molte altre militarono a favore del costume da diavolo; tuttavia il signor Tringle non osò cofidare il suo progetto alla vecchia serva, che da diciotto anni si occupava della sua casa.
Come avrebbe accolto Thérèse l'idea di vedere il suo padrone travestito in tal modo? Avrebbe di certo trovato mille obiezioni; forse, avrebbe intuito che sotto quel costume il signor Tringle nascondeva l'intenzione di avvicinarsi alla signora Brou, di confessarle il suo ardore, e successivamente di portarla in rue Tirelire in qualità di padrona di casa.
Thérèse, che comandava a suo piacimento il celibe, non avrebbe fatto di tutto per far fallire questo progetto?
Sono rari i vecchi ragazzi che, per sfuggire alle catene del matrimonio, non hanno vincolato le loro vite in luoghi mille volte più costrittivi.
Un quarto d'ora di ritardo valeva al signor Tringle innumerevoli commenti da parte di Thérèse, sullo straordinario evento che egli aveva fatto stare la pentola quindi minuti in più sui fornelli.
Quali agitazioni si sarebbero impadronite della governante all'annuncio della serata!
Il signor Tringle, contrariamente alla sua abitudine, rimase muto; ma le piccole lingue di fuoco che sfuggivano dal camino la sera e che si dice annuncino una novità, gli facevano tornare in mente la dote che brillava all'orizzonte.
Dalle conseguenze del ballo in costume dipendeva la conquista di questa dote. E poiché i desideri intensi sono quelli ai quali si annettono le radici più lunghe, il celibe si addormentò raramente senza sognare all'8 febbraio, epoca alla quale la signora Brou dava la sua famosa serata.
[Traduzione di Massimo Cardellini]
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Monsieur Tringle