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22 agosto 2023 2 22 /08 /agosto /2023 14:41

Gli inizi del fumetto sull'«Illustrated London News». II. I supplementi di Natale ed estivi

 

Thierry Smolderen

 

   The Illustrated London News e The Graphic pubblicavano in estate e per Natale un supplemento riccamente illustrato, in cui il fumetto aveva un posto importante. Degli autori come George Cruikshank Jr, William Ralston, Harry Furniss, Alfred Crowquill, Frederick Barnard o Randolph Caldecott vi disegnavano.

Un linguaggio ludico, poligrafico e geroglifico

 

 

 

 

 

   Le satire grafiche (la cui tradizione risale alle guerre di religione del XVII secolo) proponevano al lettore delle immagini da decrittare sulla modalità del rebus, dell'emblema e dell'allegoria. In Inghilterra come in Francia, gli stessi autori possono passare dal fumetto alla concezione di una pagina di rebus o di giochi geroglifici. Nei giornali della metà del XIX secolo, questo tipo di crittografia ludica fa ancora parte integrante del bagaglio dell'illustratore umoristico.

Il «fumetto töpfferiano» non sfugge d'altronde a questo paradigma poiché anche la sua stessa forma (il binario [chemin de fer] della strip) è una rappresentazione allegorica della «visione a tunnel» dell'uomo moderno e della marcia cieca del progresso (che Töpffer oppone al girandolone a zigzag del visitatore intelligente, attento all'unità e alla simultaneità del paesaggio o del quadro).

   Natale inglese visto da un artista «giapponese». Al verso di questa bellissima tavola, dovuta al figlio del grande George Cruikshank, il settimanale pubblica un lungo articolo. Il documento inizia con una discussione molto seria delle recenti pubblicazioni dedicate in Inghilterra alle arti grafiche giapponesi, poi evoca l'influenza occidentale crescente in questo paese. Infine, inprovvisamente, l'autore analizza la pagina dell'artista «Kru-Shan-Ki» con un tono falsamente dottorale, come se si trattasse di una vera rappresentazione da parte di un artista giapponese degli usi e costumi inglesi in periodo natalizio.

   Durante il XIX secolo, gli illustratori umoristici formano una famiglia internazionale, che, sul piano stilistico, si caratterizza per un ricorso quasi sistematico all'ibridazione grafica. Nelle loro immagini, le collisioni tra idiomi eterogenei producono costantemente delle scintille di senso e di umorismo. Questa concezione poligrafica e geroglifica dell'immagine, fondata su una profonda conoscenza delle arti grafiche è in loro come una seconda natura.

   Tanto vale dire che l'immagine obiettiva («fotografica») non è il loro primo riferimento (come d'altronde testimoniano i virulenti attacchi di Töpffer contro l'invenzione di Daguerre).

   Quando questi disegnatori fanno allusione alle immagini alle immagini prodotte attraverso la tecnica, o che si ammantano di autorità scientifica, essi si ingegnano a trattarli come delle rappresentazioni «come le altre». Sotto la matita degli illustratori umoristici, ogni nuovo modo di vedere rappresenta un linguaggio che si può stilizzare, diagrammatizzare, analizzare, confrontare con altri linguaggi visuali per creare senso. Quanto alle forme di storie ad immagini stesse, esse sono trattate (e maltrattate) con la stessa disinvoltura giubilatoria: è ciò che spiega la straordinaria flessibilità formale, durante il XIX secolo del fumetto (töpfferiano) e delle storie ad immagini in generale.

   I disegnatori che «miniaturizzano» i supplementi di Natale dell'Illustrated London News appartengono chiaramente a questa famiglia umoristica (la maggior parte, d'altronde, lavorano anche per Punch).

   Tra tutte le «forme di storie» possibili, ve ne è una, tuttavia che gli autori dell'Illustrated London News privilegeranno in modo insistente. Nel corso degli anno 50 e 60 del XIX secolo, la pantomima fantastica (féérie pantomime) è un riferimento inevitabile per questi disegnatori. Come se questa forma rappresentasse un modello naturale, una specie di riflesso della loro propria attività grafica. Manifestamente, essi si riconoscevano nelle fantasie teatrali buffonesche, oniriche, eterogenee, arcaicizzanti, parodistiche e totalmente irrealistiche che invadevano le scene londinesi durante il periodo delle feste di Natale.

Frederick Barnard e Harry Furniss: pantomime e linee serpentine

 

 

 

 

 

 

   Dei grandissimi autori di fumetti emergeranno emergeranno nei supplementi di Natale, che partecipano tradizionalmente dell'atmosfera di vacanza negli ambienti della middle class, durante l'epoca vittoriana.
   Alla fine degli anni 60 del XIX secolo, Robert Barnard e Harry Furniss brillano intensamente sull'Illustrated London News, e creano una corrente stilistica rococo molto riconoscibile e molto originale, caratterizzato dall'uso intenso della linea serpentina.

   Le storie di Barnard e Furniss giocano sull'insieme della tavola e prefigurano in ciò le invenzioni grafiche del Little Nemo di Winsor McCay. Esse meritano un posto maggiore in ogni antologia del fumetto. I due disegnatori sfruttano pienamente il grande formato del giornale (40 cm x 30cm circa), e il loro senso della composizione esplode nei racconti pieni di vitalità. Vediano in essi come l'incisione su legno può superare i propri limiti in pubblicazioni i cui artigiani lavorano veramente in modo artistico.

 

 

 

In Furniss così come in Barnard, la linea serpentina comanda la traiettoria dinamica dello sguardo nell'architettura della tavola, pilotando il lettore attraverso un labirinto divertente e ondulante. Si tratta quasi sempre di narrare un pranzo in famiglia, un aneddoto intorno al ceppo di Natale, uno spettacolo di pantomime, un esperimento divertente di fisica o qualche altra forma di sciarada o di chiasso di stagione. Queste pagine scintillanti riflettono ancora lo spirito originale di Töpffer, che esse combinano brillantemente con le teorie di Hogarth sulla linea serpentina.
   Radicalmente differente dallo schema «cronofotografico» che finirà con l'imporsi negli USA verso il 1900, il modello neo-rococo di Barnard e Furniss costituerà un durevole riferimento per gli autori umoristici inglesi. Sempre straordinariamente energiche le tavole di Furniss sono al contempo danzanti e ludiche, le sue composizioni «serpentine» influenzeranno spesso gli autori del Graphic e dell'Illustrated London News.
   Queste pagine riflettono così lo spirito pagano, carnevalesco che affascinava tanto la generazione di Dickens e di Crowquill. Esse tracciano un legame tematico evidente tra questa generazione e l'Americano Winsor McCay, il cui Little Nemo si alimentava anch'esso alle fonti di questa pantomima fantastica.

Storie d'amore e ballate a colori del graphic

   Adottando progressivamente il colore, i supplementi di Natale e dell'estate diventeranno a poco a poco degli oggetti lussuosi. Preparati più di un anno in anticipo, le tavole cromosilografate esigono sino a quattordici passaggi di colori a detta degli editori [1]. Questi supplementi rappresentano un grosso investimento artistico e tecnico e hanno un grande peso sulla bilancia dei conti annuali della pubblicazione. Quando lanciano The Graphic nel dicembre del 1869, gli ideatori del nuovo settimanale manifestano l'estensione dellaloro ambizione offrendo un supplemento a colori che cerca di far concorrenza all'Illustrated London News su questo terreno molto prestigioso (e molto redditizio).

   Ponendosi sullo stesso terreno di Barnard e Furniss, degli autori come Randolph Caldecott, J. C. Dollman, Percy Macquoid, William Ralston introdurranno in The Graphic delle nuove piste in materia di storie ad immagini. I generi della storia d'amore  sorridente e della ballata illustrata, che corrispondono alle tendenze letterarie dell'epoca, sono spesso privilegiate.

   Anche situate nel mondo contemporaneo, le storie di Caldecott e dei suoi colleghi emanano un evidente profumo di nostalgia: i testi sono scritti in corsivo e le tavole organizzate «in arcipelago di immagini». L'insieme ricorda l'eterno tema dell'amore e il passato medioevale delle storie d'amore ad immagini, il corso tranquillo del tempo e dei fiumi, i viaggi «all'antica» zigzagando a bordo dell'acqua. L'epoca è piena di allusioni gotiche, e la forma di queste storie è perfettamente in sintonia con i tempi. Non deve probabilmente gran cosa all'influenza töpfferiana che verte piuttosto, come abbiamo detto, su dei racconti lineari e ritmati, dedicati agli eventi quotidiani (routines) e incidenti della vita moderna.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Thierry Smolderen

 

[Traduzione e cura grafica di Massimo Cardellini]

 

NOTE

 

[1] «The Graphic, extra-supplement of the Christmas Number», dicembre 1882.

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