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7 dicembre 2008 7 07 /12 /dicembre /2008 13:00

   LA GIORNATA DEL PROLETARIO




Riprendendo il discorso accennato con il Signor Allineato,  Monsieur Rallié (1898), e cioè che la produzione di stampe di Epinal sia improntata inevitabilmente per il suo carattere nazional-popolare, ad una certo conservatorismo politico e religioso, troviamo ampia conferma in un suo uso in senso politico partitico proprio in questa storia illustrata in 12 vignette a base di didascalie e risalente addirittura al primo dopoguerra e precisamente, come ci indica l'ultima vignetta, al periodo della presidenza di Alexandre Millerand (1859-1943), che fu presidente della repubblica francese per il periodo 1920-24 proveniente dal partito socialista (sul genere di socialismo professato da questo partito raccomandiamo caldamente il numero di L'Assiette au Beurre del 1905: interamente illustrato da Hermann-Paul nel 1905: Monsieur Morale Cocu et socialiste).

Lo slogan finale inneggiante al Partito Nazionale è addirittura di una attualità sconvolgente e fa pensare inevitabilmente alla sceneggiata rappresentata dalla cosiddetta politica che per quanto faccia per tentare di mutare nel corso del tempo le proprie sigle non muta però mai di ragione sociale o... merceologica. Se non si trattasse di mero materiale propagandistico avrebbe meritato di comparire proprio in un numero di L'Assiette au Beurre un ventennio prima il tutto condito in modo sarcastico.

Morale della favola, cambiano i suonatori ma la musica è sempre la stessa, e non da oggi ovviamente. Ciò ci evita di arrovellarci la testa chiedendoci come andrà a finire, il passato parla talmente chiaro da ritrovarcelo tale e quale nel futuro. Per i salariati per lo meno è addirittura limpidida, tutto concorre nell'incatenarli al lavoro a vita ed in condizioni di progressivo peggioramento, chi ha dato, ha dato, ha dato...




Il lavoratore scende dal letto, prova il bisogno di rinnovare l'aria della sua piccola camera, respira...l'imposta delle Porte e Finestre.








 

Appena vestito accende la sua pipa e fuma... l'imposta sul tabacco ed i fiammiferi.










Per schiarirsi le idee, si fa un bicchierino ed ingoia... l'imposta sugli alcolici.







Si reca al lavoro acquistando così l'imposta sulle biciclette, pur premendo l'imposta sulle prestazioni.






Pago ora allo Stato 3 franchi per ogni operaio e bisogna che li recuperi.

E l'operaio si inchina un po' più per acquistare... l'imposta sul lavoro. 







Fa colazione con un pezzo di pane sfregato con dell'aglio e insaporito con un po' di sale,

eccita il suo appetito con... l'imposta sul sale.









 

A mezzogiorno va a pranzo: si siede sull'imposta sul mobilio, e, per calmarsi, beve... l'imposta sulle bevande.








La sera, tornando dal lavoro, approfitta di qualche momento prima di cena per vangare un pezzo del suo piccolo orto, coltivando... l'imposta fondiaria.









Sua moglie ha servito la zuppa, ma si fa notte e bisogna accendere... l'imposta sulle candele.











Va a letto, stanco, sperando di aver saldato tutte le imposte, ma ecco suo figlio che si mette a gridare! Per calmarlo, gli occorre dell'acqua zuccherata e paga l'imposta sugli zuccheri.









Infine, si addormenta, ma non tarda ad essere schiacciato da un peso sullo stomaco... è l'imposta supplementare comunale.










Tutto ciò permette che le imposte siano pagate a dei ministri sedicenti socialisti, come Millerand, che si concedono così tartufi e  vini spumanti di Samo.




Bisogna che le imposte siano pagate dall'insieme dei contribuenti, però sopprimendo tutte le spese inutili dello Stato, il Partito Nazionalista si sforzerà di diminuire i carichi del popolo e ripartirli più equamente.





[Traduzione di Massimo Cardellini]


Link da cui è stato tradotta la presente opera:

La journée du Proletaire

LINK ad altre storie di Epinal:

L'Uccello Azzurro
Il Signor Allineato, 1898


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6 dicembre 2008 6 06 /12 /dicembre /2008 17:15
IL SIGNOR ALLINEATO


Da quella grande fucina di produzione grafica che fu EPINAL, una strana storia a didascalie, quasi un fumetto. La storia di Monsieur Rallié è in sé gradevole oltre che ben disegnata secondo il solito stile classicheggiante popolaresco tipico di tutta la produizione di Epinal, è inoltre estremamente attuale, basata com'è su un luogo comune di natura sociologica. Simpatico il colpo di scena finale che è in un certo senso in profonda contraddizione con il contenuto morale ed etico della storia: non si tratta altro che di mera propaganda politica!!! E per di più per uno orientamento ideologico conservatore.

L'ultima data in didascalia ad apparire è l'anno 1898, è più che certo che questo è l'anno in cui venne diffuso questa storiella illustrata di Epinal, come risulta chiaramente dalle ultime quattro vignette. Il 1898 fu anche l'anno di una grande avanzata elettorale delle sinistre in Francia alle elezioni e anche quello in cui Zola sul giornale L'Aurore, lanciò il suo atto d'accusa che fece esplodere il celebre caso Dreyfus e che provocò l'epurazione dei vertici militari e la legge sulle congregazioni eclesiastiche, i due pilastri del legittimismo strisciante vengono così duramente colpiti spianando la strada per il futuro trionfo delle forse laiche alle elezioni del 1902 cioè dell'alleanza tra il Partito Radicale e quello socialista.










1789. Notte del 4 agosto: Abolizione dei privilegi... Il Signor ALLINEATO si allinea alla Rivoluzione Francese.













1804. Il Signor ALLINEATO dice ai suoi elettori: "ALLINEATEVI a me e gridiamo tutti insieme: Viva l'Imperatore...!"














1814. – Amici miei, grida il signor ALLINEATO, mi sono sbagliato, salutiamo la bandiera bianca e… Viva il Re!


 







1815. – Acclamiamo Luigi XVIII che esce dal carro straniero e pagatemi il miliarduccio per gli emigrati.











1830. Luigi Filippo d'Orléans sostiene di rappresentare la migliore delle Repubbliche: il Signor ALLINEATO fa causa comune con i vincitori di Luglio.








 







1848. Il Principe Luigi Napoleone si allea alla Repubblica e gli presta giuramento di fedeltà con grande gioia del Signor ALLINEATO.







1852. – Dopo il Colpo di Stato, il Signor ALLINEATO segue le giacche bianche, e grida si nuovo:  "Viva l’Imperatore !"











1870. – Mentre il Signor ALLINEATO grida: "A Berlino!", Napoleone, a Sedan, consegna il suo esercito alla Prussia!!!














1872. – Prima di entusiasmarsi, il Signor ALLINEATO si chiede dove tira il vento.

















1873. – Il Signor Allineato si decide per il Governo del Maresciallo Mac-Mahon.













1882. – Ma sbeffeggia anche Gambetta, il dittatore, e Ferry, il Tonchinese.















1888. – Il Signor ALLINEATO acclama il brav'uomo generale Boulanger.












1898. – Oggi, il Signor ALLINEATO, grida con tutte le sue forze: "Viva la Repubblica!"














Il Signor ALLINEATO sollecita per sé ed i suoi amici, degli onori e delle cariche...









...aspettando che si impadronisca della casa e getti la Repubblica dalla finestra.

 












Morale: L’Opinione del Signor ALLINEATO è che bisogna sempre stare dalla parte del più forte.







[Traduzione di Massimo Cardellini]


Link da cui è stata tradotta l'opera:
Histoire de Monsieur Rallié


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7 novembre 2008 5 07 /11 /novembre /2008 09:25

Presentiamo una storia a "fumetti" tra le più antiche che la ricerca storica e critica della narrativa grafica sia sinora mai riuscita a rintracciare. Si tratta di Histoire de Monsieur Vieux Bois, traducibile come: Storia del Signor Bosco Vecchio, edita nel 1837 ma già "scritta" dal suo autore nel 1827.

Siamo quindi storicamente in pieno clima romantico e la storia ne è un eccellente esempio: spiriti di antenati che compaiono all'improvviso, tentati suicidi o omicidi per amore che spesso non riescono e del cui fallimento i soggetti si accorgono a distanza di moltissime ore o giorni, duelli furiosi, fughe disperate, ecc., il tutto però narrato in chiave decisamente comica se non grottesca, con l'intenzione di satireggiare i luoghi comuni di una certa letteratura melense.

Le didascalie della storia del sinor Vieux Bois sono sempre poste nella parte alta di ogni singola vignetta e possono riportare un discorso diretto anche se ciò a dir il vero avviene molto raramente e di cui un esempio è dato dalle prime due vignette della tavola 1.

Nei fumetti moderni e cioè in quelli a partire dagli ultimissimi anni del XIX secolo ed editi nei giornali quotidiani di grande tiratura, dotati delle ormai mitiche e classiche nuvolette, sono proprio i discorsi diretti a comparire all'interno dei cerchietti che fuoriescono dalla bocca dei parlanti. La descrizione dell'azione o di un commento alla storia narrata sono sempre riportati, come vuole oramai una tradizione che precede la nascita stessa del fumetto, in una didascalia che può essere posta in alto oppure in basso rispetto alla vignetta stessa.

Sull'autore del signor Vieux Bois, lo svizzero Rodolphe Toepffer [1799-1846], offriremo prossimamente una presentazione e degli importanti collegamenti a siti che ne trattano in modo adeguato ed una bibliografia anche in lingua italiana. La presente storia del Signor Bosco Vecchio si compone di 30 tavole.



 

                                         STORIA DEL SIGNOR BOSCO VECCHIO




1


2

3

4


5



6



7


8


9


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27







28







29








30




[Traduzione di Massimo Cardellini]


Links alla storia tradotta:
Histoire de Monsieur Vieux Bois, 1837

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5 novembre 2008 3 05 /11 /novembre /2008 08:32

Due brevi storie in una sola paginetta. Si tratta della solita barzelletta riadattata ai personaggi delle storie del colonnello Ramollot. In entrambe incontriamo due spalle del personaggio principale, il razionale e sempre più esterrefatto tenente Bernard, testimone dei ragionamenti strampalati del colonello a cui si guarda bene dal replicare e l'attendente sciocco e maldestro, Pinteau che cerca sempre di fare del suo meglio per ottenere immancabilmente il risultato opposto.

 

 

 








Pagina originale delle due storie del colonnello Ramollot, tradotte sopra.




[Traduzione di Massimo Cardellini]



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4 novembre 2008 2 04 /11 /novembre /2008 20:16

Altro brevissimo episodio dalle avventure in caserma del colonnello Ramollot, probabilmente una barzelletta dell'epoca adattata al personaggio letterario allora molto popolare.

 

  

 

 

 

 

[Traduzione di Massimo cardellini]



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31 ottobre 2008 5 31 /10 /ottobre /2008 17:00


L'UCCELLO AZZURRO



Su quella grande fucina di immagini e storie che fu ed è Epinal, ci sarebbe da spenderci un blog intero. Ci limitiamo a presentare invece una serie di storie che rappresentano eccellenti esempi di protofumetto. Nel caso che presentiamo ora si tratta di una celebre fiaba, intitolata L'uccello azzurro, la cui autrice, Madame d'Aulnoy (1650-1707), fu attiva come scrittrice di fiabe alla corte del re Sole, genere di voga all'epoca in quell'ambiente cortigiano con la designazione di conte de fées. Le fiabe scritte in questo ambiente non hanno nulla a che fare ovviamente con quelle narrate per secoli e millenni dai popoli di cultura europea.

Si tratta quindi di storie fantastiche pure e semplici, di fiabe d'autore che non hanno nessun rapporto quindi con il folclore né con l'etnologia, un genere colto influenzato da uno popolare e che troverà continuità in epoca romantica da una parte con l'invenzione di altre fiabe d'autore da parte di scrittori di notevole livello letterario (Goethe, von Chamisso, Hoffman, Raspe, Andersen, ecc. e di avremo modo in futuro di occuparci) e d'altra di raccolte di fiabe narrate da varie categorie sociali e professionali popolari e raccolte dalla loro viva voce da eruditi come fulgidi esempi di autentica cultura popolare semplice, autentica, nazionale (Grimm, Afanasjev, Asbjornsen-Moe, Yeats, ecc).

La storia di cui abbiamo tradotto dal francese le poche didascalie, è stata pubblicata da Einaudi nel 1957 nel volume della prestigiosa serie I Millenni avente il titolo complessivo di Fiabe francesi della Corte del Re Sole e del secolo XVIII, ed in edizione economica nel 1974 insieme alla fiabe di Perrault. Abbiamo tratto i nomi dei protagonisti di questa fiaba d'autore proprio da quest'ultima edizione senza darne una nuova versione, la fiaba in questione si trova tra le pagine 256-287.
 




Copertina della fiaba L'Uccello Azzurro, illustrata dagli artisti di Epinal.








 

C'era una volta un re molto ricco che, diventato vedovo, si era risposato e presentò sua figlia Florina, che era bella come il giorno, alla nuova regina e a sua figlia Trotina che era così chiamata perché il suo viso era pieno di macchie rosse come una trota ed i suoi capelli sporchi e grassi e la sua pelle oleosa la rendeva sgradevole alla vista.







 

Il re disse un giorno alla regina che Florina e Trotina erano in età da marito e che bisognava fare in modo di darne una al primo principe che venisse a corte. Poco tempo dopo un giovane signore chiamato il principe Splendido venne a corte e dichiarò il suo amore a Florina, a dispetto della regina, che voleva presentargli Trotina.


 




 

La regina disperata e, inconsolabile Trotina per non aver avuto la preferenza su Florina, obbligarono il re a consentire che durante il soggiorno del principe Splendido si richiudesse Florina in una torre. Presto degli uomini mascherati si impadronirono della povera figliola e la portarono nella parte più alta della torre lasciandola nella disperazione più profonda.







Un giovane signore del seguito del principe Splendido, mosso a compassione per Florina, ottenne da una serva che facesse affacciare Fiorina alla finestra della torre per parlare con il suo signore: ma la regina avvertita dalla stessa confidente fece mettere alla finestra Trotina velata ed il principe Splendido le diede come pegno del suo amore un anello.



 


 


Il giorno dopo il principe Splendido ritornò all'appuntamento e poiché aveva deciso di rapire colei che credeva fosse Florina, la fece salire in una carrozza volante a cui erano aggiogate delle rane volanti. Le giurò un'eterna fedeltà, e, su sua richiesta, la portò a casa della sua madrina, la fata Sussio.




 


Benché il castello fosse illuminato, il principe arrivando non riconobbe subito il suo errore, ma quando la fata Sussio gli presentò Trotina come moglie: "Io, sposare questo mostro!", gridò egli, "mi credete così stupido da volere un simile proposito". Ma la fata per vendicarsi lo tramutò per sette anni in un grande uccello azzurro.


 


 


 




Non appena Trotina tornò da sua madre le raccontò la sua irritazione. Questa per vendicarsi la fece acconciare con le vesti più eleganti e la mandò da Florina per farle vedere i regali di nozze del principe Splendido compreso il suo anello che non mancò di far brillare davanti ai suoi occhi.







Florina avendo perso ogni speranza di sposare il principe Splendido provò un così grande dolore da piangere giorno  notte. Una sera essendosi messa alla finestra vide apparire un bellissimo uccello azzurro che volteggiava vicino a lei e che tornò diverse notti di seguito per portarle i suoi più bei gioielli.






Ma la regina informata di tutto ciò fece riempire di punte affilate un grande albero sul quale si metteva l'uccello azzurro. Questi, una sera venne a porsi sull'albero, ma le armi gli tagliarono le zampe. Cadde insanguinato ai piedi dell'albero e fu raccolto da un incantatore che da molto tempo lo stava cercando.



 


La povera Florina priva della visita dell'uccello blu era inconsolabile, e, disperata di non poter più vedere il suo caro uccello, passava le sue notti a piangere, e affacciandosi ogni tanto alla finestra, ripeteva incessantemente: 

           Uccello Azzurro, color del dì,
         Dammi retta, vieni qui!



 


 


 

 

Nel frattempo il padre di Florina morì. Il popolo la acclamò e riconobbe come sovrana. La regina madre fu assassinata e Trotina fuggì dalla fata Sussio. L'incantatore convenne con lei di portare Trotina al principe Splendido e rese a questi la sua forma originale a condizione che la sposasse.



 


 


 


 


 


 

Florina travestita partì alla ricerca del principe Splendido. Incontrò una vecchietta che di colpo cambiò aspetto, le parve bella e le disse: "Colui che cercate non è più uccello. Alla fine riuscirete a trovarlo. Ecco quattro uova: li romperete quando sarete in difficoltà, saranno per voi di grande aiuto.


 


 


 


 


 


 


 

Dopo aver camminato otto giorni e otto notti Florina giunse al palazzo del principe Splendido. Non vi entrò che dopo aver subito cento sgarbi dalle guardie. Riconobbe presto il principe e Trotina ed essendosi presentata con il nome di Straccetto, disse loro che era venuta a vender loro dei doni e dei gioielli.



 


 


 


 



 

Il giorno seguente, Florina fece scaturire da un uovo una piccola carrozza che diede a Trotina a condizione che la lasciasse dormire nella stanza degli echi, vicino alla camera del principe. Un altro giorno le offrì un pasticcio alla stessa condizione. Non appena Trotina volle mangiarlo ne uscirono degli uccelli che si misero a cantare.


 


 


 


 


 


Durante la notte Florina si fece condurre nella stanza degli echi. Quando tutti si addormentarono, cominciò a lamentarsi per non essere riuscita a ritrovare il principe Splendido. Questi che non dormiva, avendola udota, entrò all'improvviso e si gettò ai suoi piedi, ricoprì le sue mani di baci e di lacrime e poco mancò che morisse di gioia.


 


 


 


 


 

Nello stesso istante comparvero l'incantatore e la fata che aveva dato le uova. Essi dichiararono che la fata Sussio non poteva nulla contro di loro e che il matrimonio del principe e di Florina si sarebbe fatto nei campi. Trotina volle opporsi, ma la fata la mutò in scrofa che fuggì grugnendo nel cortile.







 

Retrocopertina di L'Uccello Azzurro.






[Traduzione di Massimo Cardellini]


Link da cui questa storia è stata tradotta:
L'Oiseau bleu

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24 ottobre 2008 5 24 /10 /ottobre /2008 17:00



Altra breve storia del colonnello Ramollot, davvero graziosa ed emblematica del modo di ragionare assurdo e paradossale del nostro "eroe" quando è particolarmenre se stesso. Pura comicità.

 

 

 

  

 

 

 





pag.14.

 

 

 

pag. 15.

 

 

 

 



 

 

 

 


[Traduzione di Massimo Cardellini]


 

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22 ottobre 2008 3 22 /10 /ottobre /2008 13:59



Come primo episodio delle storie del colonnello Ramollot abbiamo scelto una delle storie più brevi e per quello che ne sappiamo di sicuro la più breve in assoluto, nemmeno una pagina, e precisamente la sedicesima e cioè l'ultima del n°231. Esso costituisce il terzo racconto del fascicolo. Storia breve ma deliziosa e che testimonia anch'essa come a volte sia la vita ad imitare l'arte, il che non è proprio da poco conto.

A beneficio del lettore avvertiamo che l'acqua di Pullna citata nel micro racconto era un'acqua celebre all'epoca, tra le mille altre famose, per le sue proprietà depurative e di sapore molto amaro proveniente dalla Boemia. Data la brevità del racconto abbiamo ritenuto opportuno inserire anche la pagina originale.















Pagina originale del racconto tradotto sopra.





[Traduzione di Massimo Cardellini]

 

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  • : Documentazione dei processi di sintesi e di interazione profonda tra arte grafica e letteratura nel corso del tempo e tra le più diverse culture.
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