«I padroni del mondo possono comandare le sfilate militari, ma non l'umorismo»?
di Eric Aunoble*
La storia del disegno satirico russo-sovietico è quasi una caricatura della storia dell'URSS, per quanto rifletta le grandi fratture del XX secolo.
La contestazione rivoluzionaria dello zarismo mel 1905, che raggiunge vasti strati della società, dà ai disegnatori professionisti il gusto di ridicolizzare il potere. Così, Ivan Bilitine, conosciuto per le sue illustrazioni folclorizzanti ed art-deco dei racconti popolari, presenta l'autocrate sotto i tratti meticolosi di un "asino in gloria".
(Fig. 1: Ivan Bilibine, L'âne en gloire, [L'asino in gloria], L'Épouvantail [Lo Spaventapasseri], n°3, 1906; riprodotto in: GUERMAN Mikhaïl, La flamme d’Octobre — Art et révolution, [La Fiamma d'Ottobre- Arte e rivoluzione], Parigi- Leningrado: Le Cercle d’Art - izd. Avrora, 1977).
Durante la Prima guerra mondiale, la "brutalizzazione" generale dei rapporti sociali si ripercuotono sulla satira che vira verso l'asprezza. Lo zarismo subisce dei colpi bassi a causa delle supposte relazioni tra la zarina e Rasputin.
(Fig. 2: Cartolina postale Ça tient tout seul, - synonyme d'autocratie en russe - [Si regge da sé- sinonimo di autocrazia in russo], 1916; riprodotto in: FIGES O. & KOLONITSKII B., Interpreting the Russian Revolution (The Language and Symbols of 1917), New Haven and London: Yale University Press, 1999).
Passata l'euforia del rovesciamento della monarchia nel febbraio 1917, la rivoluzione bolscevica in ottobre apre un periodo di quattro anni di guerra civile in cui gli odi si danno libero corso.
Il capo della nuova Armata rossa, Leone Trotsky è un bersaglio privilegiato per i caricaturisti controrivoluzionari.
Fig. 3: anonimo, Paix et liberté en Russie rouge [Pace e libertà nella Russia rossa], 1918
Diavolo rosso, dai tratti semitici esagerati, è presentato come un carnefice sanguinario del popolo russo i cui accoliti sono- internazionalismo d'obbligo- dei Cinesi...
Gli autori di manifesti filo bolscevichi, il cui capofila fu il poeta futurista Majakovski, rispondono adattando lo stile tradizionale del Loubok, un'immagine popolare russa alla Épinal, eseguita con lo stencil.
Fig. 4: Vladimir Majakovski, Nous avons fait la paix avec la Pologne [Abbiamo fatto la pace con la Polonia], 1920). Creano il loro bestiario: i generali-orchi e gli intellettuali della sinistra anti-boloscevica, caricaturati come insetti isterici, sono impotenti di fronte al gigante popolare. Dietro il movimento bianco, cìoè il Capitale, vero ragno-vampiro, che si ingrassatessendo la sua tela nel mondo intero.
Fig. 5: Viktor Deni, Le capital [Il capitale], 1919).
Queste rappresentazioni grossolane possono fare fremere per l'animalizzazione sistematica del Nemico. Resta il fatto che, come diceva Majakovski Gli storici/ ritrovando i manifesti in cui un'idra/ è disegnata/ discuteranno/ su questo simbolo./ Noi, questa idra/ l'abbiamo conosciuta/ a grandezza naturale...
Una volta consolidatosi, il potere bolscevico e restaurata la pace nella giovane Unione sovietica, le idre di carta non spariranno. Diventano la repressione canonica dei nemici esterni ed interni, esatto contraltare delle icone dei dirigenti in un culto della personalità nascente.
Fig. 6: Boris Efimov, Sept dangers, une seule réponse [Sette pericoli, una sola risposta], 1932.
Parallelamente si sviluppa una satira di prossimità. In molti periodici corporativi così come sui "giornali murali" affissi nelle fabbriche e le amministrazioni, i regolamenti di conto burocratici assumono la forma di "caricature amichevoli" che ridicolizzano pubblicamente l'individuo dal comportamento deviante.
Fig. 7: Types de militants: le Don Juan de district [Tipi di militanti: il don Giovanni di distretto], Komsomolskaïa Pravda, n° 5, aprile 1928; riprodotto in: KONECNY Peter, Builders and Deserters: Students, State and Community in Leningrad, 1917-1941, Montreal & Kingston, London, Ithaca: McGill-Queen’s University Press, 1999.
Tutto l'arsenale pittorico dello stalinismo è ben presto già pronto per i grandi processi. I veterani della caricatura rossa disegnano senza esitare i fantasmi da incubo di Stalin.
Fig. 8 : Viktor Deni, Annéantissons la vermine [Annientiamo i parassiti], 1937
Di fronte ad un operaio disincarnato a forza di positività e di potenza, l'immagine di Leone Trotsky concentra tutti gli odii del regime. L'anti-intellettualismo mostra un omino con gli occhialini stinginaso gesticolante. I tratti mefistofelici e le grinfie animalesche ricordano l'antisemitismo delle guardie bianche. Calzandolo con gli stivali con la svastica, il disegnatore personifica il concetto di hitlero-trotskismo.
Dopo tali vette di abiezione, la caricatura sovietica si ripeterà senza inventare, sino alla caduta del regime. Il cittadino sovietico che con occhio beffardo sfoglia il suo giornale "satirico" settimanale, il Krokodil [Il Coccodrillo], vi troverà senza sorpresa delle belve imperialiste e dei sionisti scimmieschi fiancheggianti la obbediente denuncia del "socialismo avanzato".
[Traduzione di Massimo Cardellini]
Link al saggio tradotto:
Caricature russe et sovietique
LINK a saggi storici sulla caricature:
Henri Viltard, Gustave Henri Jossot: biografia.
Henri Viltard, Elle était Trop nue
Christian Schweyer, Monnaies et médailles satiriques
Les stéréotypes nationaux
R. Ouvrard, Napoleone attraverso le caricature 1799-1806, 01 di 02