Documentazione dei processi di sintesi e di interazione profonda tra arte grafica e letteratura nel corso del tempo e tra le più diverse culture.
Steinlen in mancanza d'ispirazione?
Antoine Sausverd
Steinlen, "En désespoir de cause", [In mancanza di argomenti], L’Echo de Paris, 11 febbraio 1896. Fonte: Gallica.bnf.fr.
Forain non è il solo ad aver effettuato un'incursione sequenziale in L’Echo de Paris. Un altro disegnatore, che non è un neofita ha consegnato anch'egli a questo quotidiano alcune tavole: Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923).
Molto ispirato da Wilhelm Busch, il giovane Steinlen si è fatto conoscere all'inizio degli anni 1880 sulla rivista del cabaret di Montmartre Le Chat Noir. Sino al 1891 disegna delle storie senza legende di cui alcune saranno riprese nel grande albo Des Chats edito da Ernest Flammarion nel 1897. Il mercato fiorente delle edizioni infantili dagli inizi del 1890 fa appello a Steinlen che realizzò dei fumetti per le edizioni Quantin e Pellerin o per le riviste Policinelle e Mon Journal.
Nel dicembre 1895, L'Echo de Paris annuncia che il disegnatore darà ogni lunedì la sua "Revue de la semaine" [Rivista della settimana]. Ma l'esperimento durerà poco. Dopo una quindicina di grandi disegni e di composizioni, la collaborazione cessa il 28 aprile 1896. Tra quest'ultime, si trovano soprattutto alcune storie ad immagini senza parole. Così, la tavola intitolata "En désespoir de cause" (riprodotta all'inizio di questo articolo) fu pubblicata l'11 febbraio 1896. Il suo soggetto: le angosce di un disegnatore d'attualità davanti al foglio bianco o il doloroso processo dell'ispirazione. Anche se il personaggio capelluto non gli somiglia, si tratta probabilmente di un aneddoto autobiografico (il fatto che Steinlen abbia sospeso la sua collaborazione con L’Echo de Paris due mesi e mezzo dopo questa tavola non è forse senza rapporto).
Oltre al semplice aneddoto, questa storia può essere interpretata come la risposta, a forma di piroetta, che il disegnatore ha trovato per rimediare alla sua mancanza di ispirazione. Per di più, se il ritmo della storia e le posture del personaggio sono efficaci, il tratto non è veramente accurato e il disegno sembra affrettato. Si tratta della conseguenza del ritardo accumulato da Steinlen per trovare il suo disegno settimanale? Questa tavola sarebbe allora una ricorsione (mise en abyme), nel fondo come nella forma, della sua mancanza d'ispirazione.
Due piccole parentesi prima di continuare: Innanzitutto si noterà l'uso di una bolla nella vignetta finale che Steinlen, come i suoi contemporanei, utilizza molto raramente [1]. In secondo luogo, l'effetto vorticoso del personaggio al colmo dell'angoscia ricorda quello del corvo che ha abusato dell'alcool in una celebre storia di Steinlen apparsa in Le Chat Noir (n° 170, del 11 aprile 1885) con il titolo "Horrible fin de Bazouge, ou les suites funestes de l’intempérance".
Steinlen, Sequenza di "Horrible fin de Bazouge…", Le Chat noir, n° 170, 11 aprile 1885. Fonte: Töpfferiana.
Una decina di anni prima della nostra tavola di L'Echo de Paris, Steinlen si poneva in scena, alla sua tavola da disegno [2]. Nella storia intitolata "Il n’y a pas encore de dessin cette semaine" [Anche questa settimana nessun disegno], pubblicata su Le Chat Noir n° 180 del 20 giugno 1885, si beffa della sua pigrizia. Rodolphe Salis, direttore del cabaret di Montmartre Le Chat Noir che edita l'omonima rivista, deve alla fine andare di persona per esigere la pagina da pubblicare. Ma Steinlen si è addormentato sul suo tavolo e la pagina perciò è rimasta vergine.
Steinlen, "Il n’y a pas encore de dessin cette semaine", Le Chat Noir n° 180 del 20 giugno 1885. Fonte: Töpfferiana.
Come lascia indovinare il suo titolo, questa tavola fa riferimento ad un'altra: comparsa un mese prima, "Il n’y a pas de Dessin cette semaine" [Questa settimana niente disegno] (Le Chat Noir n° 176 del 23 maggio 1885) è opera di Uzès [3]. Il disegnatore, che si rappresenta egli stesso [4], esponeva già le sue preoccupazioni nel consegnare i suoi disegni alla rivista di Salis (che appare anch'egli nelle ultime vignette, sotto l'insegna del celebre cabaret).
Uzès, "Il n’y a pas de Dessin cette semaine", Le Chat Noir n° 176 del 23 maggio 1885. Fonte: Töpfferiana.
Nella sua storia, Uzès consegna anch'egli il suo foglio in bianco, ma è la sua mancanza di ispirazione che ne è la causa. In ciò, ricorda moltissimo quella che Steinlen farà per L’Echo de Paris: i due disegnatori alla ricerca di un'idea condividono gli stessi gesti e atteggiamenti. Al parossismo del loro accanimento, i loro profili si riducono a uno scarabocchio nervoso comparabile.
Le due storie del Chat Noir dipingono il quotidiano degli artisti, che si rappresentano essi stessi, nel loro lavoro. I doppioni di carca di Uzès e Steinlen giocano d'astuzia per aggirare i loro impegni di lavoro. Il primo se ne esce con uno scherzo degno dello spirito burlone dell'epoca [5], il secondo si beffa della sua pigrizia. Anche se le due tavole, sono impregnate di una certa fantasia [6], non sono di meno precorritrici del fumetto autobiografico, così come esso si svilupperà alla fine del secolo successivo.
Durante il XIX secolo, altri disegnatori si son anch'essi messi in scena: Cham è, per quanto ne sappiamo, il primo a prestarsi al gioco, soprattutto in "Voyage exécuté autour du monde par le capitaine Cham et par son parapluie" [Viaggio compiuto intorno al mondo dal capitano Cham e dal suo ombrello" pubblicato su Le Charivari i giorni 14 e 21 marzo e il 4 aprile 1852 [7]. Gustave Doré darà anch'egli nello stesso genere lo stesso anno con "Une heureuse vocation" su Le Journal pour Rire, n° 54, del 9 ottobre 1852.
Sembra trattarsi in quest'ultima storia di veri aneddoti autobiografici posti in immagini nelle quali Doré racconta i suoi inizi di disegnatore, sulla lavagna nera della scuola sino ai muri di prigione, passando per il suo incontro con il suo primo editore, Charles Philipon della casa editrice Aubert. In un articolo precedente, abbiamo segnalato uno dei "Lundis du Figaro" del 1896 nel quale Caran d'Ache si caricaturizza da sé.
Tuttavia la vena autobiografica resta un caso isolato nella letteratura grafica del XIX secolo. Le pubblicazioni che abbiamo appena visto rilevano dell'ammiccamento fatto agli assidui frequentatori della rivista. Il disegnatore si presenta così al lettore come ultima risorsa come per scusarsi di persona del suo passaggio a vuoto.
In omaggio: "La Revue de la semaine" da Steinlen a L’Echo de Paris:
- 10 dicembre 1895: La Mode au théâtre cet hiver
- 28 dicembre 1895: Petites baraques
- 29 dicembre 1895: Petites baraques
- 30 dicembre 1895: Petites baraques
- 31 dicembre 1895: Revue de la semaine
- 7 gennaio 1896: Etrennes publiques
- 14 gennaio 1896: Revue de la semaine
- 21 gennaio 1896: L’Amusement des Entr’actes
- 28 gennaio 1896: La bourse et la vie sauves ou Les bienfaits de l’anthropométrie
Steinlen, "La bourse et la vie sauves ou Les bienfaits de l’anthropométrie", L’Echo de Paris, 28 gennaio 1896. Fonte: Gallica.bnf.fr.
- 4 febbraio 1896: Les Gras et les Maigres
- 11 febbraio 1896: En désespoir de cause
- 18 féebbraio 1896: Le Veau d’or
Steinlen, "Le Veau d’or", L'Echo de Paris, 18 febbraio 1896.
Fonte: Gallica.bnf.fr.
- 25 febbraio 1896: Le bon Monsieur et le pauvre Bougre
Steinlen, "Le bon Monsieur et le pauvre Bougre", L'Echo de Paris, 25 febbraio 1896. Fonte: Gallica.bnf.fr.
- 3 marzo 1896: Bals de Nez
- 17 marzo 1896: L’Argent
- 24 marzo 1896: La Scène à l’envers
- 31 marzo 1896: Sous l’oeil des Morticoles
- 28 aprile 1896: A Saint-Lazare
[Traduzione di Massimo Cardellini]
NOTE
[1] Due tavole di Steinlen pubblicate nel 1890 in Le Chat Noir la presenta anch'esse. Cfr. Histoires sans paroles du Chat Noir, Angoulême, CNBDI, 1998.
[2] Si riconosce bene nella tavola che segue il giovane Steinlen, dell'età di 26 anni, con i suoi capelli corti e la sua barba a punta.
[3] Abbiamo già ricordato Uzès, pseudonimo di Achille Lemot (1846-1909), per le sue versioni dell'innaffiatore innaffiato.
[4] "Era il sosia preciso del suo maestro, il caricaturista André Gill", ci informa P.-V. Stock in Le Mercure de France n° 848 del 15 settembre 1933.
[5] Uzès parteciperà a molte esposizioni delle Arts incohérents. Il suo foglio bianco fa l'occhiolino al quadro intitolato Première communion de jeunes filles chlorotiques par un temps de neige [Prima comunione di giovani ragazze clorotiche in un giorno di neve] un monocromo bianco che Alphonse Allais espose nel 1883.
[6] Fantasia che i loro intermediari incarnano tra il disegnatore e il suo datore di lavoro, e cioè i messaggeri di Salis sempre più numerosi in Steinlen, e il gatto con gli stivali in Uzès.
[7] Grazie a Michel Kempeneers per queste precisazioni di datazione.
Steinlen en manque d'inspiration ?
Steinlen, " En désespoir de cause ", L'Echo de Paris, 11 février 1896. Source : Gallica.bnf.fr. Forain n'est pas le seul à avoir mené une incursion séquentielle dans L'Echo de Paris . Un autre...
http://www.topfferiana.fr/2011/04/steinlen-en-manque-dinspiration/