Documentazione dei processi di sintesi e di interazione profonda tra arte grafica e letteratura nel corso del tempo e tra le più diverse culture.
Steinlen e Le Chambard socialiste
Disegno di Steinlen, Le Chambard socialiste n° 14, 17 aprile 1894.
Di Jean-Luc Jarnier
"Steinlen Alexandre, illustratore molto parigino, nato a Losanna nel 1859" [1]. È con queste parole che inizia la notizia dedicatagli da henri Béraldi nel 1892 in Les graveurs du XIXe siècle [Gli incisori del XIX secolo] [2]. E per riprendere il titolo di un'opera di Francis Jourdain, Steinlen ha per reputazione di essere stato un grande disegnatore di stampe popolari [3].
Fu uno degli illustratori di stampa francesi più in vista alla fine del XIX secolo. Dopo aver trascorso la sua giovinezza in Svizzera, nel 1881, Steinlein risiede a Montmartre. Il caso di un incontro lo pongono in contatto con Adolphe Willette. Rapidamente, disegna per la stampa. Disegna per la rivista del Chat Noir, incontra Aristide Bruant e disegna per il Mirliton. Nel 1891, inizia, per quasi dieci anni, una collaborazione notevole con Gil Blas illustré. Firma più di 700 illustrazioni. Socialista agli inizi, Steinlen
si orienta progressivamente verso gli ambienti anarchici e la sua opera artistica si iscrive, da quel momento, ulteriormente nel campo della critica sociale e della satira politica.
Steinlen collabora al Chambard socialiste (di tendenza anarco-sindacalista) sin dal primo numero uscito il 16 dicembre 1893 e consegna delle illustrazioni, delle litografie [4] sino al numero 32 [5], firmandosi Petit Pierre.
Steinlen non firmò nessuna illustrazione per il 33° numero. Smise di collaborare al Chambard nel luglio del 1894, poco prima di una retata contro gli anarchici ed altri individui giudicati sovversivi. Si recò all'estero per sei mesi (Germania e Norvegia).
Le Chambard socialiste era un settimanale di 4 pagine diretto da Alfred Géraud-Richard del formato 50x35 cm con in genere una illustrazione in prima pagina. La tiratura oscillava intorno alle 20.000 copie.
In Le Chambard socialiste, Steinlen, l'occhio incorruttibile e la matita sempre allerta, insorge contro le disuguaglianze sociali, i rapporti tra l'opulenza e l'insufficienza. Si commuove per le condizioni di vita del mondo operaio. In un disegno dagli accenti grafici molto realistici, mostra un gruppo di bambini cenciosi che si appressano attorno poche magre pietanze. Accanto ad essi, passa un cane, indifferente. Non ha freddo ed è ricoperto da un piccolo mantello. La didascalia recita: "Bella società dove i cani dei ricchi sono più felici dei bambini dei poveri".
In sovrappiù all'ineguaglianza pecuniaria, ci sono secondo Steinlen, due giustizie: quella che schiaccia i più deboli e quella che protegge i più ricchi, cioè li conforta. Così, l'illustrazione del n° 11 è intitolata "Cento milioni!", con la didascalia: "Il Signor barone è messo in libertà, con gli onori dovuti ad un personaggio di alto furto [*]". Un furto che rinvia allo scandalo di Panama. Il barone Jacques de Reinach, persona grata, è trattato con riguardo e rimesso in libertà, affiancato da due soldati in divisa che gli rivolgono un saluto. La settimana seguente, nel n° 12, Steinlen disegna un uomo che cammina a testa bassa, l'aspetto triste tra due gendarmi sotto il titolo "Senza un soldo!". Regge un pane, quello del menù rubato che l'ha fatto arrestare. L'uomo sospira: "Ah! Se invece di un pane avessi rubato cento milioni...".
Il senso è esplicito: il capitale, dunque il borghese, è riuscito a sedurre, corrompere ed anche attrarre a sé i favori di Marianna o la Repubblica, figlia del popolo e del proletariato, che ha tradito. Notiamo infine che gli indumenti dei personaggi (blu e rosso) rappresentano, con l'aiuto del bianco (quello della carta presente nello spazio tra i due personaggi) la bandiera tricolore. Nell'immagine di Steinlen, il bianco [7] non ha esistenza propria; ha la parte congrua ed è ridotto ad esistere che in riferimento al blu ed al rosso.
Disegno di Steinlen, Le Chambard socialiste n° 4, 6 gennaio 1894
Steinlen, come molti altri, si mette a rappresentare, a volte, i borghesi con alcuni dei tratti attribuiti ai semiti, sia il naso ricurvo, la barba nera fitta, labbra enormi. Nulla viene ad intaccare l'idea che non si tratti che di una semplice contaminazione grafica. Citeremo, tra le altre cose, un contributo per il Chambard socialiste del 19 maggio 1894 che attesta del partito preso di Steinlen.
Questa scena di pagamento di buoni ha una forte risonanza legata all'affarismo dello scandalo di Panama. Nel caso presente, antisemitismo, si associa, con una rima povera, con anticapitalismo. Eppure, Steinlen non è da classificare tra gli antisemiti che hanno abbondato nell'odioso registro e che hanno indistintamente inglobato in un'unica carica critica tutti gli ebrei. Non troviamo, ad esempio, in Steinlen riferimenti adatti ad alimentare la costruzione del mito dell'ebreo errante, sempre avido di guadagni o ladro. Un'osservazione sull'insieme della sua opera grafica e pittorica lo attesta.
Sul modo di rappresentare Marianna, quando è criticata la Repubblica all'epoca di Steinleon, notiamo che i caricaturisti hanno spesso sviluppato un genere di rappresentazioni in cui il corpo di Marianna era eseguito con delle sgraziate deformazioni. La Repubblica, qualificata con disprezzo di "pezzente" appariva spesso come una donna forte dalle forme sfatte ed avvinazzata. Un disegno di Jean-Louis Forain apparso in le Figaro del 14 giugno 1894 rappresenta inoltre Marianna come una specie di donna forte dall'espressione triste. Passa presso un gruppo di uomini. Uno dei due esclama: "E dire che era così bella durante l'Impero!".
Nella sua opera, Steinlein non sottopone di solito Marianna a dei processi di deformazione o di regressioni morfologiche. Il modo di denunciare le derive della Repubblica rappresentando Marianna, così come ha fatto Steinlen, non era privilegio dei caricaturisti, almeno nel 1894, in un momento in cui l'antiparlamentarismo e l'antirepubblicanesimo erano esacerbati dagli scandali politico-finanziari. Regnava un clima deleterio che ha potuto spingere la mano dei disegnatori a scegliere l'irriverenza, L'esagerazione e le raffigurazioni grottesche. In fondo, attraverso le sue metafore grafiche, Steinlen propone una lettura più fine del contesto politico e sociale. Le sue caricature che si vogliono narrative possono sembrare di una più grande efficacia di quelle che non hanno fatto ricorso che a sole deformazioni morfologiche. E i suoi disegni sono tanto più d'impatto se sono associati a delle didascalie che non soffrono l'ambiguità.
Disegno di Steinlen, Le Chambard socialiste n° 27, 16 giugno 1894
Nel Chambard, Steinlen esegue cinque disegni dedicati alla commemorazione e al ricordo degli avvenimenti della Comune di Parigi. Questi disegni formano una serie notevole dove entra della considerazione per la lotta e l'opera degli anziani [8] e della riprovazione per i crimini attribuiti a Gaston Galliffet, il quale è rappresentato in una posa ieratica accanto ad un mucchio di cadaveri. Il titolo e la didascalia "In tutta la sua Gloria" e "Donne, bambini, anziani... nulla gli resiste!" fanno riferimento alle esecuzioni sommarie della "settimana di sangue [9]". Da notare, l'illustrazione intitolata "18 marzo" (insurrezione che segna l'inizio della Comune di Parigi). Questo disegno mostra una folla dalle braccia vendicatrici, armata di forconi, falci, picconi da minatori, martelli con, in testa, una donna con il berretto frigio, il petto denudato.
Per concludere, ci accontenteremo, per illustrare la speranza di Steinlen nell'avvento di un mondo migliore, di aggiungere al testo, senza altri commenti, due disegni di copertina intitolati "Aujourd’hui!" [Oggi!] e "Demain!" [Domani!" [Domani] [11]. Ma c'è bisogno di arrivare a dire, come Anatole France scrive nel 1903 in un catalogo d'esposizione delle opere di Steinlen che "L'arte di Steinlen non ha bisogno di commenti. Si spiega da sé e si fa sentire a tutti?".
Jean-Luc Jarnier
[Traduzione di Massimo Cardellini]
Note
[1] Steinlen muore a Parigi nel 1923, all'età di 62 anni dopo aver dedicato la vita interamente all'illustrazione politico sociale.
[2] BERARDI Henri, Les graveurs du XIXe siècle, guide de l’amateur d’estampes modernes, [Gli incisori del XIX secolo, guida dell'amante di stampe moderne], vol. XII, Paris, éditions Conquet, 1892, p. 56.
[3] JOURDAIN Francis, Un grand imagier, Alexandre Steinlen, [Un grande illustratore, Alexandre Steinlen], Paris, éditions du Cercle d’art, 1954.
[4] Furono ricavati da ogni disegno, cento prove litografiche, fuori testo, edite e vendute da Kleinmann.
[5] Steinlen firma 30 copertine sui primi 32 numeri del Chambard con due eccezioni. La prima pagina [el numero 19 è firmata da Maximilien Luce ed il numero 20 non comprende illustrazione in copertina. Quest'ultima firmata Petit Pierre (Steinlen) occupa la doppia pagina interna per celebrare il primo maggio 1894. Dopo il numero 32, la maggior parte delle illustrazioni sono firmate da Moloch (detto Hector Colomb). Anche Edouard Couturier vi partecipa. La pubblicazione si ferma con il numero 78 del 8 giugno 1895.
[*] Naturalmente il significato corretto della didascalia è: "Il Signor barone è rimesso in libertà, con gli onori dovuti per un personaggio di alto profilo (haut vol). Si tratta però di un gioco di parole, la parola "vol", infatti, in francese può assumere il significato di "volo", (da qui la mia traduzione di "alto profilo"), ma anche di "furto", "ladrocinio".
[6] Emile Pouget fu anarchico vicino a coloro che perpetrarono gli attentati dal 1892 al 1894.
[7] La bandiera bianca fu quella del regno di Francia, sino alla cadura di Carlo X, nel luglio 1830. Dopo questa data, fu sostituito con la bandiera tricolore.
[8] Louise Michel, in un'allegoria, è rappresentata come la grande figura della Comune (n° 24 del 26 maggio 1894 ).
[9] Dal 22 a 28 maggio 1871. Il generale Galliffet (soprannominato il fucilatore della Comune) è accusato dai suoi dettrattori di avere, tra l'altro, ordinato delle esecuzioni sommarie nelle fila dei comunardi fatti prigionieri e condotti a Versailles.
[10] Pandore era il soprannome dato ad un gendarme in una canzone popolare di Gustave Nadaud, del 1857: "Pandore ou les deux gendarmes" [Pandore o i due gendarmi]. Pandore era un personaggio ridicolo e intelletualmente limitato.
[11] Rispettivamente pubblicati nei numeri 16 (31 marzo 1894) e 17 (7 aprile 1894).
t (soprannominato il fucilatore della Comune) è accusato dai suoi dettrattori di avere, tra l'altro, ordinato delle esecuzioni sommarie nelle fila dei comunardi fatti prigionieri e condotti a Versailles.
[10] Pandore era il soprannome dato ad un gendarme in una canzone popolare di Gustave Nadaud, del 1857: "Pandore ou les deux gendarmes" [Pandore o i due gendarmi]. Pandore era un personaggio ridicolo e intelletualmente limitato.