C'era una volta, tra le montagne, un piccolo villaggio con un grande campanile; in questo villaggio, c'era una graziosa casa rosa circondata d'alberi verdi; in questa casa c'era una camera con una finestra; in questa camera c'era un letto con molte lenzuola bianche; in questo letto dormiva tutte le notti, un ragazzino che si chiamava; MARTIN LANDOR.
Martin era la gioia dei suoi genitori, il Signore e la Signora Landor, che gli garantivano ogni tipo di insegnanti. Martin imparava tutto quel che voleva, ma
non riusciva ad imparare la musica. Così, il suo insegnante di musica, il Signor Bobino, era molto arrabbiato ed i suoi genitori molto dispiaciuti. A volte Martin metteva dell'acqua nel clarinetto del suo professore; a volte attaccava il suo violino alla coda del gatto e quando il Signor Bobino era girato, si nascondeva dentro il piano.
I suoi genitori lo misero a pane secco e lo lo mandarono a dormire senza cena e senza candela, nella sua camera tanto buia! Martin, che non capiva veramente nulla di musica, si addormentò piangendo.
Di colpo la finestra si schirì, una bella signora entrò nella sua camera. Invitò Martin, che non aveva potuto mangiare il pane secco a cenare nel suo castello. Martin, contentissimo, seguì di fretta la bella signora.
Presto si accorse di un bellissimo castello, era il castello della Signora Musica. Davanto alle porte si trovavano tre personaggi che reggevano enormi chiavi. Il primo cantò a Martin con voce argentina: Io sono la chiave di Sol; faccio entrare nel castello di Signora Musica le belle signore ed i graziosi signori che hanno la voce flautata: Trallallà! Leri, lella!
Il secondo tossì come una locomotiva e cantò con voce grossa: Brum! Brum! Sono la chiave di Fa; sono io ad aprire ai cantori di chiesa, ai signori dai grandi ventri, ai bassi, ai contrabbassi, Brum, Brum!
La terza che era una vecchia portinaia, parlò a sua volta con voce tremante: Sono la chiave in Ut; sono stata molto occupata un tempo!
-Ah! Signora, disse Martin, quant'è arruginita la vostra chiave!
- È perché nessuno la usa più!
Martin pregò la chiave di Sol di aprirgli.
SALA DEI SUONI
Allora Martin entrò nella grande sala dei suoni. Là vide sette persone chiamate note, in piedi sui sette gradini di una scala di cristallo chiamata gamma, e che lanciavano ognuno un grido diverso, che altro non era che il proprio nome. In seguito un signore, che gli sembrò di aver già visto da qualche parte, introdusse Martin nella sala dei Tempi.

Là Martin vide delle maschere chiamate valori, che le note sono obbligate a noleggiare per cantare. Le maschere più care danno diritto a cantare più a lungo. Le note semibrevi, cantano per tutto il tempo che si impiega a battere 4 colpi di bacchetta: ogni colpo di bacchetta si chiama un tempo. Le Minime che cantano per 2 colpi soltanto o 2 tempi.
Le semiminime ricominciano la loro piccola canzone ad ogni tempo. Il grido delle crome dura la metà di meno: in quanto alle Semicrome, è stupefacente quanto siano veloci! 4 Semicrome si succedono ad ogni tempo. Il che fa sì che una semibreve valga 2 minime o 4 Semiminime o 8 Biscrome o 16 Semicrome.
Martin vide anche un grande Punto nero che si metteva sulle maschere. Questi ornamenti aumentavano di metà i prezzi dell'affitto perché aumentavano della metà il tempo durante il quale queste note potevano cantare: così una Minima puntata cantava per tre tempi.
Quando le note ebbero cantato per quanto glielo potessero permettere le loro maschere, chiudono la bocca e spariscono; ma affinché non vi sia del vuoto nelle loro fila, le note assenti sono sostituite subito da delle figure chiamati silenzi. Un muto si affrettò a mostrare questi silenzi a Martin. Se non dicevano nulla, erano buffi da vedersi e stavano lo stesso al loro posto.
Era la Pausa che conserva il silenzio tanto a lungo quanto una Semibreve avrebbe cantato; La Semi-Pausa che sostituisce la Minima allo stesso modo; il Sospiro che sostituisce la Semiminima; il Mezzo-Sospiro che sostituisce la Croma, il Quarto di sospiro che sostituisce la Semicroma.
Tutti questi personaggi erano comandati da generali che li dirigevano di volta in volta, scandendo a colpi di bacchetta, un certo numero di tempi. Questo numero di tempi, sempre lo stesso per lo stesso generale, ma diverso quando il generale cambiava, si chiamavano misure. Tra questi generali, alcuni andavano a piedi; li si chiamava a secondo delle misure che battevano (misura a 2 tempi; misura a 3 tempi; misura a 4 tempi).
Gli altri erano portati da grupppi di Crome (o ottave di semibreve); si chiamavano: Misura a sei ottave; misura a nove ottave; misura a dodici ottave.
I generali-misure a due tempi, a quattro tempi, a sei ottave e a dodici ottave fanno marciare le loro truppe al passo, come dei soldati. I generali misure a tre tempi e a nove ottave li facevano ballare il valzer come dei Tedeschi .
SALA DEI CONCERTI
Martin entrò nella sala dei concerti dove la Signora Musica gli aveva fatto preparare una magnifica cena. Mentre mangiava, la chiave di sol tese, da un capo all'altro della sala, 5 corde chiamate insieme una portata. Su questa portata le note Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si, Semibrevi, Minime, semiminime e Crome vennero a danzare, cantando, in un modo meraviglioso.
Il che produceva una musica così gradevole che Martin Landor
Si risvegliò e si ritrovò nella sua camera dove era pieno giorno. Aveva sognato tutte quelle belle cose. A partire da quel momento, Martin prese gusto alla musica. Diede molte soddisfazioni al suo maestro, il Signor Bobino. Fece contenti i suoi genitori,
deliziò la società, ottenne il primo premio di armonia all'istituzione Zuppa al Lardo, e, infine ebbe l'insigne onore di succedere al suo maestro, il Signor Bobino, come maestro d'orchestra del grande teatro della donna colosso.