Tutti conoscono Gustave Doré l’artista romantico, l'illustratore, il pittore nato a Strasburgo il 6 gennaio 1832, morto il 23 gennaio 1883 a Parigi... ma Doré autore di Fumetti? Al di fuori del cerchio abbastanza ristretto degli specialisti di ciò che è oramai conosciuta come la Nona Arte, il fatto rimane sconosciuto, occultato. Non si è quindi trattato di un'incursione occasionale, di un divrtimento in margine all'opera propriamente detta. No, i quattro albi pubblicati da Doré, e cioè Les Travaux d’Hercule [Le fatiche di Ercole], 1847; Tre artisti incompresi, [Trois Artistes incompris et mécontents] del 1851; Les Dés-agréments d’un voyage d’agrément [I Dis-piaceri di un viaggio di piacere], 1851; e l’Histoire de la Sainte Russie [Storia della Santa Russia], del 1854, senza contare alcune storie brevi consegnate alla stampa, rappresentante un vero ciclo, un corpus, una opera in sé. Naturalmente, essi sono stati composti e pubblicati nei primi anni della carriera dell'artista strasburghese, di modo che è facile di considerarli come dei semplici "peccati di gioventù". Un tale giudizio sarebbe molto imprudente, e insufficientemente informato.
Oltre alle loro qualità intrinseche [1] e il posto eminente che spetterà più tardi al loro autore tra gli illustratori del suo tempo, ciò che rende i suoi libri appassionanti è il momento storico che li ha visti nascere. Doré fu in effetti uno dei primissimi continuatori dell'opera pionieristica di Rodolphe Töpffer, il padre della "letteratura a immagini". È ragionevole pensare che egli fu, con Wilhelm Busch, Caran d’Ache e Christophe, uno dei quattro più importanti del XIX secolo.
DI una notevole precocità artistica, Gustave Doré non si accontenta di disegnare nei suoi quaderni di scuola e in margine alla sua corrispondenza; compone, sin dall'età di otto anni, alcune storie visive, In un piccolo quaderno, abbozza anche, per la sua vicina signora Braun, Les Brillantes Aventures de M. Fouilloux [Le Brillanti Avventure del Signor Fouilloux], il cui protagonista non è altro che il cane degli sposi Braun. A dieci anni, in un altro quaderno [2], ricopre 28 pagine di disegni a penna rapopresentanti un bestiario antropomorfo direttamente ispirato dalle Scènes de la vie privée et publique des animaux [Scene della vita privata e pubblica degli animali], di Grandville, pubblicata nel 1830.
Fig. 1: "La revue des conscrits" [La rivista dei coscritti], 1842.
Scrive e illustra anche La Mythologie ou les Aventures de Jupiter [La Mitologia o le Avventure di Giove], di cui non è rimasto oggi che un solo foglietto [3]; un Voyage à l’Enfer [Viaggio all'Inferno], [4] che prefigura il suo grande confronto con il testo di Dante, nel 1860, una Histoire de Calypso [Storia di Calipso], [5], Les Aventures de Mistenflûte et de Mirliflor [Le Avventure di Mistenflûte e di Mirliflor], [6] e forse altri racconti la cui esistenza non sarebbe stata trasmessa alla posterità.
Fig. 2: Le Avventure di Mistenflûte e di Mirliflor, (estratto).
La sua famiglia è divisa in quanto alla sua vocazione: il padre, politecnico, ingegnere in capo del Dipartimento dell'Ain, sogna per suo figlio degli studi brillanti, la madre è in adorazione davanti al genio nascente di Gustave. Dal 1843 al 1847, trascorre quattro anni a Bourg-en-Bresse. È al collegio della città che egli concepisce Les Travaux d’Hercule, che sarà il suo primo lavoro ad essere edito.
Nel 1847, Charles Philipon, editore-tipografo, direttore della casa editrice Aubert e Cia, a Parigi, annuncia il lancio di una nuova rivista umoristica settimanale intitolata Journal pour Rire. Gustave Doré, allora dell'età di quindici anni, approfitta di un soggiorno di tre settimane a Parigi per presentarsi al 29 Place de la Bourse, alla sede della casa editrice Aubert, con una cartella di caricature sotto il braccio. I testimoni hanno dato delle versioni divergenti in quanto alle circostanze esatte del suo incontro con Philipon. Ciò che è certo, è che meravigliato da questo giovane prodigio autodidatta, l'editore gli fa presto firmare un contratto con cui si assicura l'esclusività dei suoi disegni per un periodo di tre anni. Il contratto stipula anche che il Journal pour Rire pubblicherà almeno uno dei suoi disegni ogni settimana. Il padre (che morirà il 4 maggio 1848) ha approvato i termini del contratto e il fatto che Gustave si stabilisca a Parigi, alla condizione che, pur disegnando, prosegua i suoi studi al liceo Charlemagne.
L'incontro con Philipon non poteva che incoraggiare Gustave a perseverare in ciò che avrebbe potuto essere che un divertimento dell'adolescenza: la caricatura, e singolarmente il racconto ad immagini. Dato il ruolo determinante che questo primo mentore ha svolto nella concezione e la diffusione dei quattro libri di cui ci occupiamo qui, conviene ricordare brevemente gli stati di servizio di questo importante personaggio.
Nato a Lione, Charles Philipon (1800-1862) si trasferisce a Parigi nel 1823. Fonda la Maison Aubert nel 1829, associandosi con la sorellastra, Marie Françoise Madeleine Aubert, e suo marito, Gabriel Aubert, un vecchio nataio rovinato dalle speculazioni finanziarie. La prima pubblicazione del nuovo tipografo litografo è un Abécédaire en action [Abbecedario in azione], registrato in depoito legale il 26 dicembre 1829. Disegnatore egli stesso (è l'autore della celebre caricatura della testa di Luigi-Filippo a forma di pera, ma gli si devono più di 450 litografie, per la maggior parte galanti e libertine), Philipon è il vero direttore della casa. Uomo di stampa, crea nel novembre 1830 La Caricature, su modello di un altro giornale illustrato repubblicano lanciato alcuni mesi prima, all'amministrazione del quale egli era associato, La Silhouette.
La Caricature (la cui uscita, colpita a diverse riprese da proibizioni politiche, cessa definitivamente nel 1835) sarà seguito nel 1832 da Le Charivari (titolo che sopravviverà sino al 1937). Queste due pubblicazioni sono determinanti per l'esordio della caricatura moderna in Francia.Avendo contato tra i suoi collaboratori Cham, Daumier, Gavarni, Grandville e Nadar, per non citare che i più conosciuti, Philipon potrà a buon diritto vantarsi di aver "sparso a centinaiai di migliaia i libri a vignette, a milioni gli albi, a miliardi le prove; sviluppando così il gusto per il disegno, popolarizzando gli autori parigini e il nome degli artisti francesi in ogni parte del mondo..." [7].
Lanciando, nel febbraio 1848, un terzo periodico, Le Journal pour Rire (che sarà ribatezzato più tardi Journal pour Rire, Journal amusant, e uscirà sino al 1872), Philipon mostra che egli intende trarre profitto dal nuovo esordio della stampa illustrata, di cui è testimone il successo di L’Illustration, fondata nel 1843.
Doré è presente sin dal n° 1, che esce a quattro pagine, in un formato all'italiana. Il Journal è interamente illustrato. Vi si trovano delle macedonie [8], dei ritratti caricatura, delle parodie di spettacoli parigini, delle scene di genere e delle caricature politiche. Se alcuni disegni provengono da altre pubblicazioni, l'essenziale è inedito, fornito da un gruppo che, oltre Doré, comprende inizialmente Edmond Forest e Henri Emy (i quali pubblicheranno anche, l'uno e l'altro, almeno un albo di fumetti), Lorentz, Bertall, Monta, E. de Beaumont, V. Adam, Edmond Morin, ecc. Nadar [9] si unisce a loro nel 1850.
Doré diventa rapidamente il disegnatore di punta del giornale. Gli si deve soprattutto una serie di disegni intitolati "Grotesques", rappresentante dei personaggi afflitti da teste caricaturali o altre deformazioni anatomiche. E delle illustrazioni di racconti, come il testo di Henri Henriot intitolato Comment Cyprien Machinvert tenta de devenir écrivain réaliste.
Sempre fedele alle sue ambizioni narrative, Doré consegna nel 1849 un fumetto composto da tre pagine, che esce soitto forma di storia a puntate (feuilleton) sui numeri 55, 59 e 60. Questa Histoire d’une invitation à la campagne invita il lettore a compatire M. Berniquet, che, invitato in campagna dal suo amico M. Godinot, si annoia immensamente e giura che non lo fregheranno più.
Altre storie brevi seguiranno, che sono qui riprodotte per la prima volta in un'opera uscita in libreria. Citiamo soltanto L’Homme aux cent mille écus, su un testo di E. Bourget (sui numeri 102, 106, 111, 115 e 124); una storia di eredità in cui risaltano in modo particolare i sogni attribuiti al protagonista, Narcisse Pomponet. Poi, Voyage sur les bords du Rhin (1851 [10] e Une Ascension au Mont Blanc [11], del 12 giugno 1852), due racconti narrati in prima persona, alla maniera delle "impressioni di viaggio" che caratterizzerà anche l'albo Dés-agréments d’un voyage d’agrément, [Dis-piaceri di un viaggio di piacere].
Il titolo dell'albo avrà risonanza, in quanto ad esso, alla didascalia di un disegno uscito il 2 febbraio 1850 sul Journal pour Rire n° 105: "Désagréments des animaux d’agrément" (dove si vedono una scimmia, un cane e un pappagallo assediare un uomo e suo figlio). Questo disegno fa parte anch'esso di un notevole fumetto in tre tavole scritto e disegnato congiuntamente da Gustave Doré e Edmond Morin: Les Animaux socialistes. La storia racconta come, avendo l'uomo instaurato nei confronti degli animali "un dispotismo sia abusivo quanto culinario", quest'ultimi si rivoltano, conigli in testa, prendono il potere e riducono a loro volta l'uomo in schiavitù. E' una vera guerra alla quale gli autori ci fanno assistere, nella quale le lucciole sono utilizzate come ricognitrici, e i castori per costruire le barricate. Il testo, che alterna slogan militari, parole rimate, scene dialogate, ecc., è abbastanza spiritoso, e i disegni, spesso notevoli, prefigurano le future illustrazioni per le favole di La Fontaine.
Nel numero delle innovazioni di cui si deve dar credito a Doré, non si devono dimenticare le 17 vignette che compongono Une Heureuse Vocation, che non è altro, per quanto ci è dato sapere, che il primo fumetto autobiografico che sia mai stato prodotto (1852?). Sappiamo che è essenzialmente a partire dagli anni settanta del XX secolo che il fumetto ha iniziato a occuparsi dell'intimità e il genere confessionale. Con un secolo abbondante di vantaggio, Doré si mette in scena disegnando sin dalla giovinezza e ovunque, a scuola, al collegio, in caserma. Dipinge anche, in due vignette i suoi esordi professionali: "Concepii l'idea di offrire i miei servizi all'editore. / Fui ricevuto da un grande signore che mi fece molti elogi e mi disse che avevo enormi disposizioni". Tranne che a stabilire la precocità della sua vocazione e a offrirsi un po' di autopromozione, non si capisce bene quale obiettivo Doré perseguiva disegnando queste scene. La "morale" è molto piatta: "Le disposizioni sono un germe prezioso, ma che si deve coltivare". Ora il disegno è qui piuttosto frettoloso, e i tratti che si dà l'autore molto meno vantaggiosi che sulla copertina di Dés-agréments.
Thierry Groensteen
[SEGUE]
[Traduzione di Massimo Cardellini]
NOTE
[1] Ségolène Le Men considera questi primi libri di Doré come "Le più inventive delle sue creazioni" e sottolinea che "la modernità dei Dés-agréments d’un voyage d’agrément non sarà mai superata nela sua opera di illustratore". Cfr. "Doré, ses gravures et ses graveurs", Gustave Doré, 1832-1883, Musées de Strasbourg, 1983, p. 207-221; cit. p. 221.
[2] Conservato al MAMC di Strasburgo.
[3] Conservato a museo di Bourg-en-Bresse.
[4] Albo di 16 pagine disegnate, collezione privata.
[5] Albo di 11 pagine disegnate e una pagina di testo, collezione privata.
[6] Albo di 16 pagine, museo di Bourg-en-Bresse.
[7] Lettera di Charles Philipn a Nadar, 4 gennaio 1854.
[8] Questo termine designa una pagina raggruppante diversi disegni di uno stesso artista di vari argomenti.
[9] Félix Tournachon, detto Nadar (1820-1910), pubblica La Vie publique de Mossieur Réac, il suo unico fumetto, nel 1849 su La Revue comique à l'usage des gens sérieux, fondata l'anno precedente da Jules Hetzel.
[10] Dapprima intitolato Voyage en Allemagne (n° 170), il racconto prosegue con il titolo Voyage sur le Rhin (n° 171) e termina come Voyage sur le s bords du Rhin (n° 175).
[11] L'Ascension au Mont Blanc sarà presente nel 1967 sull'indice del volume dell'Anthologie Planète intitolato Les Chefs-d'oeuvre de la bande dessinés.