L'immagine, il ridere e il libero pensiero militante, esempio della rivista franco-belga "Les Corbeaux" (1905-1909).
Guillaume Doizy
Articolo publicato nella rivista Gavroche, revue d'histoire populaire, [Gavroche, rivista di storia popolare], n° 140, marzo-aprile 2005, pp. 8-13.
In piena discussione sulla separazione delle Chiese e dello Stato, nel mese di aprile del 1905, appariva in Francia una rivista originale, Les Corbeaux [I Corvi], la cui esistenza risponde all'emergere di una militanza dell'immagine del tutto nuovo e caratteristico del movimento sociale della Belle Epoque. Certo, dopo il 1880 e la legge sulla libertà di stampa, la caricatura e la satira commentano e accompagnano abbondantemente le crisi e gli affari della Terza Repubblica. Certo, da molti decenni, l'anticlericalismo si esprime attraverso la stampa illustrata eprende in prestito dalla comicità la sua potenza corrosiva. Ma il caso Dreyfus, in cui le fazioni più reazionarie della Chiesa cattolica, dell'esercito e della società si coalizzano, suscita un movimento anticlericale profondo e popolare che si impadronisce della satira come di un potente mezzo di propaganda militante. Il libero pensatore esasperato dalle manovre della Chiesa e non vedendo l'ora che giunga la Separazione si dota un discorso virulento ma ludico contro il clero e la religione, e diffonde intorno a sé in una pratica sociale provoca spesso straordinarie quantità di manifesti, volantini, canzoni, autoadesivi e cartoline postali, in genere illustrate. Attraverso la loro politica di diffusione massiccia di immagini distribuite, Les Corbeaux partecipano a quella mutazione sociologica che trasforma il disegno di stampa e la satira in mezzi di propaganda e il lettore in uomo d'azione.
Un rapido processo
Il processo si elabora in alcuni anni, Alla fine del 1902, Il quotidiano repubblicano La Lanterne diretto da Victor Flachon crea una Association des Lanterniers appoggiandosi su una'importante campagna di manifesti su scala nazionale. Il manifesto di segnato da Ogé, rappresenta un uomo di Chiesa trasformato in pipistrello le cui dita ad artiglio serrano il Sacré Cœur di Parigi. Il suo grande profilo nero impedisce al sole di brillare sulla città. Il manifesto ottiene un importante successo e suscita violente reazioni. La Libre Parole (di estrema destra) e La Croix vedono in essa la caricatura dell'Arcivescovo di Parigi e gridano allo scandalo. La Lanterne approfitta di questa agitazione per sviluppare la sua associazione e vende vende per alcuni anni il manifesto come "mezzo di propaganda". Allo stesso tempo viene creata la Association nationale des libres penseurs de France [Associazione dei liberi pensatori di Francia] (ANLPF) dal raggio più ampio, che avrà come presidenti d'onore Marcellin Berthelot, Anatole France e Ferdinand Buisson. Particolarmente dinamica, essa conta, 25.000 membri nel 1905. Il giornale Action che se ne il portaparola ufficiale si lancia grazie a un manifesto di Jossot, "Contro tutte le calotte", anch'essa molto ampiamente diffusa sotto forma di cartoline postali.
Altri giornali come La Raison, Le Radical e Les temps Nouveaux più o meno legati a delle organizzazioni, qi quali si aggiunge una stampa di provincia efficace e delle case editrici che si specializzano, alimentano questa dinamica. Tutti hanno in comune di pubblicare regolarmente dei disegni anticlericali, ma soprattutto, a partire dal 1904, di diffondere delle immagini che servono da supporto a un'intensa propaganda. Quell'anno L'Action tenta anche di lanciare una rivista satirica, L'Internationale, alla quale collaborano grandi nomi del libero pensiero, del radicalismo o del movimento operaio come Jean Allemane, Aristide Briand o Clovis Hugues. La rivista "anticlericale, repubblicana e socialista" comprende più immagini che testo al contrario della stampa quotidiana. I disegni di Foggini attaccano violentemente l'esercito, ma anche la Chiesa a cui rimprovera l'immoralità dei suoi curati e dei suoi monaci spesso rappresentati come dei porci.
Ma L'Internationale sparisce dopo pochi mesi.Si deve aspettare la febbre provocata dalla discussione intorno alla Separazione poi alla sua applicazione tempestosa attraverso gli Inventari per vedere la nascita dapprima della rivista Les Corbeaux e poi un anno dopo, nel 1906, di La Calotte. Entrambe simbolizzano l'alleanza durevole dell'immagine, del ridere e del libero pensiero, nella lotta anticlericale addirittura antireligiosa.
Il settimanale nasce infatti durante la metà del 1904 in Belgio. Satirico e molto illustrato, fondato dal suo principale disegnatore Didier Dubucq che si firma spesso "Ashavérus", la rivista difende una linea democratica-liberale, apertamente anticlericale. L'opinione pubblica e la classe politica belga si divide tra "clericali" da una parte e "liberali" dall'altra ai quali si alleano i socialisti alla fine del XIX secolo. La questione scolastica cristallizza le tensioni politiche. Dopo il 1880 i conservatori dominano le istituzioni. Essi favoriscono la Chiesa pronta a difendere la monarchia e lo sfruttamento operaio.
La rivista di Dubucq accorda più della metà della sua superficie al disegno satirico e combina i testi con le immagini in un'impaginazione particolarmente innovatrice. Essa attacca il governo, rimproverandogli il suo clericalismo e le sue difficoltà a gestire il bilancio della nazione. Interessa i suoi lettori all'attualità internazionale: i conflitti tra potenze coloniali a proposito del Marocco; la terribile repressione della rivoluzione del 1905 da parte dello zarismo sanguinario, ecc. Ma pubblica anche dei disegni notevoli che mettono a fuoco l'uomo della Chiesa, sottolineano la poltroneria dei monaci, la dissolutezza dei sacerdoti o la loro cupidità.
Molto presto, il governo prende delle misure contro Les Corbeaux. Boicottato presso le stazioni poi anche dalle edicole, il settimanale si vede proibito nelle caserme; alcuni dei suoi venditori che diffondono anche la stampa socialista vengono arrestati; due numeri sono parzialmente sequestrati. Durante il 1905, Dubucq decide di impiantare la sua rivista in Francia dove la situazione politica differisce del tutto: l'anticlericalismo di Stato favorisce infatti l'espressione delle critiche verso la Chiesa e il libero pensiero è molto più dinamico che in Belgio.
Una redazione libera pensatrice in Francia
Per l'edizione parigina di Les Corbeaux, Dubucq si circonda di liberi pensatori militanti. Maurice Barthélemy, Simon N., Joseph Ghysen, Pierre Erard e Gardanne formano il grosso della redazione. Barthélemy è affiliato alla Association nationale des Libres Penseurs de France, alla Ligue des Droits de l’Homme, e alla Association anticléricale des Lanterniers. Vecchio redattore in diversi giornali anticlericali, firma un'opera su La Libre Pensée et ses martyrs. Il dottore Simon, vecchio avvocato, affiliato anch'egli alla ANLPF dove espone alcune nozioni in alcuni congressi, è un autore di successo; i suoi libri dal tono leggero e spesso buffo portano dei titoli non equivoci: Sorcellerie Chrétienne, Promenade humoristique à travers les dogmes, Ni Dieu ni ame, ecc. Essi sono oggetto di ristampe; uno di essi supera le centomila copie vendute; tutti vengono tradotti in Italiano, uno in tedesco. Ghysen dirige La Libre Pensée di Tournai in Belgique, e si rivela essere molto attivo nella massoneria. Il pubblicista Pierre Erard, da parte sua, segretario generale della Association anticléricale des Lanterniers, percorre il paese per organizzarne i gruppi. Gestisce anche il giornale La Laterne. Gardanne, infine, si presenta come un vecchio militante rivoluzionario della CGT.
La rivista si rivolge instancabilmente ai "militanti", ai "circoli e ai gruppi di libero pensiero", alle "logge", persino ai "compagni". Non esita, ad esempio, a far conoscere l'Annuaire illustré de la Libre-pensée internationale. Les Corbeaux riportano e commentano i diversi Congressi di libero pensiero di Parigi e di Roma; essi partecipano a quello di Praga nel 1907: il lettore apprende che "delle lettere e dei telegrammi di tutti i paesi sono stati letti e acclamati, soprattutto il dispaccio della redazione di Les Corbeaux". La rivista pubblica le encicliche, degli articoli politici, documentari, storici, giuridici, scientifici o dei testi decisamente satirici sulla storia delle Chiese, i dogmi, i culti, l'oscurantismo e l'onnipresenza dei "bacherozzi".
Essa si fa beffe della Bibbia, del dio unico e trino allo stesso tempo, degli apostoli, ma anche dei santi come quella "Santa Hure" di cui si racconta l'infanzia miracolosa: non sa ancora parlare che già prega; non sa ancora camminare che già si inginocchia ai piedi degli altari... La santa fa dei miracoli: riattacca la testa di un decapitato... ma sul posteriore dello sventurato e non sulle sulle spalle. Evidentemente muore come una martire... sotto i colpi della Chiesa che le rimprovera questo tipo di miracoli. La storia termina tuttavia allegramente: "I salumieri l'hanno adottata come patrona perché impediva al burro di irrancidire e vegliava sulla buona riuscita delle confetture!".
Les Corbeaux diffondono la lista e gli indirizzi delle pubblicazioni e dei giornali liberi pensatori (in numero di 500 in Francia nel 1906). Dà, con il titolo "Raggruppiamoci" (Groupons-nous), le coordinate dei militanti e delle organizzazioni da contattare, così come l'ammontare delle quote di iscrizione. Il giornale riprende gli orientamenti dei congressi e moltiplica gli slogan come "Evviva la Repubblica sociale"; "Nazionalismo, Clericalismo, sono la guerra; Repubblica, Libero Pensiero, sono la pace; Elettori scegliete".
La redazione è animata da una perenne preoccupazione di emancipazione degli spiriti. Essa risponde spesso a delle domande poste dai lettori, che chiedono la lista degli ultimi libelli, addirittura opere di riferimento. Les Corbeaux sono innanzitutto propagandisti e si presentano, nel 1908, come un "organo del Libero Pensiero francese". Si tratta di un organo dalle opinioni eterogenee, ad immagine dello stesso movimento. L'anticlericalismo infatti non è appannaggio di un gruppo. Delle forze sociali spesso concorrenti se ne richiamano: repubblicani, socialisti, diverse frazioni del movimento sindacale, anarchici, Massoni e naturalmente i liberi pensatori organizzati in diversi gruppi, circoli, federazioni e associazioni. Anche l'Action française di estrema destra critica a modo suo il clero! I redattori di Les Corbeaux riflettono la diversità dell'anticlericalismo di sinistra e si danno come compito di riunire intorno al giornale le organizzazioni e i lettori isolati in lotta contro la Chiesa.
La rivista ha una diffusione nazionale. Infatti, la rubrica "piccola corrispondenza" risponde a delle lettere di lettori provenienti da grandi città come Rennes, Parigi, Tours, Nancy, St Etienne, Besançon, Tolosa e Nizza. Altri abitano località più modeste come La Fère nell'Aisne, Doullens nella Somme, Soisy-sur-Ecole nella Seine e Oise, Grasse, Donzy in Borgogna e dei dipartimenti come l'Aude, la Vandea, i Vosgi e la Gironda. Il pittore surrealista Clovis Trouille si ricorda in un'intervista "che ad Amiens, passava un camion che distribuiva Les Corbeaux, giornale umoristico anti-religioso". Anche ad Algeri, la Pensée Libre locale indica ai suoi lettori di essere in relazione con una ventina di giornali, tra cui Les Corbeaux. Infine nel 1905, la Germania proibì la diffusione del settimanale nell'Alsazia Lorena.
Mentre Dubucq in Belgio si era accontentato di far uscire i suoi disegni attraverso la sua sola rivista, in Francia, mette a punto una strategia di "propaganda" attraverso la produzione e la diffusione di immagini la cui destinazione è chiaramente di parte e militante: 150 cartoline postali diverse vedono la luce durante i cinque anni di uscita, ossia più di una nuova ogni due numeri! così come i manifesti, autoadesivi, volantini a colori, calendari o almanacchi che riprendono o non dei disegni già usciti sul giornale. Tutti sono proposti alla vendita ai "circoli e ai gruppi di propaganda" ai "militanti", agli abbonati e ai lettori.
Questo cambiamento di politica editoriale in rapporto a Les Corbeaux belgi appariva sin dal numero 4 della versione parigina. Dubucq pubblica una cartoncino stampato su carta avorio che esorta al tema "Non date più il vostro denaro ai sacerdoti": un sacerdote seguito da un compare allegro tende un tronco da colletta a un fedele... trasformato in pera. Dubucq vede in grande e diffonde l'immagine in lotto da 100 e mille cartoline! A partire dall'ottobre 1907, le cartoline postali presentate come "le più scoppiettati, le più divertenti, le più stupende, le più sorprendenti e le più straordinarie" sono vendute in serie di 12, 24, o 42 addirittura 64 unità.
Altro mezzo di "propaganda anticlericale" attraverso l'immagine che traduce un attivismo più netto, gli autoadesivi, veri autocollanti della Belle Epoque. Si stampano delle riduzioni di disegni apparsi sul giornale, sotto forma di piccoli quadrati, la cui didascalia si limita a una o due parole che rafforzano il messaggio. Il giornale propone verso la metà dell'anno 1906 dei lotti di 50 "autoadesivi anticlericali" da "incollare ovunque". Se ne vendono più di 3000 al giorno. "Incollate! Incollate ovunque, sui tronchi [di chiesa], le porte, sui cappelli dei vostri amici, sul retro delle lettere, sui manifesti nazionalisti, ecc.", esorta la rivista. Più in là si chiama il lettore ad apporre queste vignette "per le strade, le chiese, sui presbiteri e nei tempi di villeggiatura nelle stazioni di villeggiatura" L'anticlericale marca così con immagini empie il suo territorio e entra nel santuario religioso per tormentare le sue "vittime" clericali, in tutta discrezione.
Il successo è notevole. La rivista informa di aver venduto 100.000 adesivi in un mese! Queste genere di propaganda è allora ampiamente diffuso, soprattutto durante i periodi elettorali. Nel 1908, in previsione delle prossime elezioni comunali, Les Corbeaux lanciano una nuova serie di vignette e le propongono questa volta soltanto in mazzi da mille. Si tratta di "fare della propaganda divertendosi" perché i "volantini (...) saranno anche dei piccoli manifesti elettorali". Jacqueline Lalouette, storica del libero pensiero, ha ritrovato molti pannelli elettorali in Gironda sui quali erano stati incollati dei volantini illustrati di Les Corbeaux e di La Raison, il che attesta la realtà della procedura e della sua diffusione sul territorio, allorché la redazione di questi giornali erano situati a Parigi.
La pratica anticlericale si appoggia su altre forme di immagini che mirano a fare nuovi adepti. Sin dal mese di maggio 1906 Les Corbeaux pubblicano "delle immagini di propaganda anticlericale (...) da diffondere ovunque". Si tratta di volantini 16 x 18 cm che riproducono dei disegni anticlericali su quindi soggetti diversi, da distribuire "durante le conferenze, le riunioni pubbliche, sulla porta degli uffici elettorali, nei caffè". Si acquistano non meno di 3.000 copie, al prezzo "modico" di 3,85 franchi! (all'epoca un quotidiano costava 5 centesimi e le riviste satiriche illustrate 10).
Les Corbeaux propongono inoltre ai "militanti" dei manifesti da incollare. Il primo, "Compère et Compagnon", rappresenta un curato e un grosso maiale che leggono l'anticlericale rivista. Stampata a colori, misura 63 x 44 centimetri e si vende all'unità, per dieci oppure cento copie (20 franchi). Anche qui, il giornale indica che si deve "diffondere il giornale, propagare Les Corbeaux, incollare i nostri manifesti su tutti i muri, a tutte le finestre dei caffè, in tutte le sale di riunioni, sui presbiteri, le chiese...". Sei mesi più tardi la rivista edita un secondo manifesto. Questa volta un grosso vicario, ricco e ben nutrito, si diverte alla lettura di Les Corbeaux. Questi manifesti hanno un carattere auto-promozionale, ma trovano eco presso dei lettori militanti per cui diffondere il giornale e incollare delle immagini formano degli atti di propaganda.
La rivista pubblica un calendario e degli almanacchi, pratica ampiamente diffusa sulla stampa dell'epoca. Edita anche dei menu illustrati che accompagnano i banchetti organizzati dai liberi pensatori in occasione del venerdì preteso "santo". Invece di far digiuno, gli allegri commensali, insensibili alle minacce e altri anatemi ecclesiastici, condividevano carni e salumi. Su uno di questi menu, Marianne tira con il cannone su un curato spaventato. Su un altro, una forchetta di enormi proporzioni infilza un ammasso di preti e illustra la celebre espressione "mangiare il prete" (bouffer du curé).
La satira accompagna la vita dell'anticlericale. La si ritrova durante le manifestazioni pubbliche. Tutti gli anni durante il mese d'agosto, il libero pensiero commemora il martirio di Étienne Dolet. Come indicano i rapporti di polizia, la rivista Les Corbeaux ha il suo posto nel corteo con un grande manifesto illustrato. I manifestanti esteriorizzano il loro anticlericalismo con dei disegni anticlericali posti sul loro cappello; si bruciano delle effigi di curati gridando il proprio odio per la chiesa o degli slogan in memoria della Comune.