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Christophe, "Troppa precipitazione", Mon Journal n° 4 del 15 gennaio 1890.
Prima di slanciarsi all'inseguimento dell'omnibus, M. Duvolet si specchia un'ultima volta allo specchio. Approfittiamo di questa vignetta, perché è la sola in cui il lettore potrà osservarlo... e unicamente di profilo! Perché in seguito, si vedrà, tutt'al più, il nostro uomo in piedi di schiena, una parte della sua gamba in volo al di sopra dei gradini.
Il suo vero nome era Georges Colomb (1856-1945), Christophe si fa un astuto piacere di condire i suoi fumetti d'immagini giocando sul punto di vista. Questa doppia pagina apparsa nella rivista Mon Journal ne è un perfetto esempio. Riducendo la corsa di quest'uragano su gambe all'incatenamento dei suoi polpacci in sospensione, le inquadrature radicali che subisce il Signor Duvolet dinamizzano senza paragone questa discesa turbinosa. Se questa gag finale di Christophe non è delle più originali, rimane di questa discesa ellittica un umorismo ancora fresco.
Il testo sotto le vignette è breve, non è rivelatore del genio letterario che il nostro autore svilupperà nelle sue serie come La famille Fenouillard. E giustamente, l'ultima vignetta in cui si vede il Signor Duvolet di schiena ricorda quella della celebre famiglia in cui genitori e figli, anch'essi visti da dietro, si fanno risvegliare dalla loro siesta dal fischio del treno che dovevano prendere e che essi vedono allontanarsi senza di loro. Le poche righe sotto quest'immagine danno più onore alla genialità comica del nostro artista: "Se il lettore stesse dall'altra parte, potrebbe constatare questo evento di portata scientifica, che lo stesso fenomeno fortuito ed inatteso, può produrre su delle fisionomia differenti la stessa espressione di disappunto".
L’uragano, il torrente e la mela.
"Troppa precipitazione" è pubblicato in questo giornale il 15 gennaio 1890, cioè tra due delle sue celebri serie disegnate per Le Petit Français illustré: La famille Fenouillard [La famiglia Fenouillard] e Les facéties du sapeur Camember [Le facezie del sapore Camember [2].
Questa discesa dalle scale ne ricorda altre nell'opera del disegnatore della franca contea, e per cominciare, in L'idea fissa dello scienziato Cosinus [3]: si tratta della sequanza intitolata "Paura di ritorno" nella quale la Signora Belazor riconosce in Cosinus il dentista pazzo che voleva estrargli una dolorante radice a colpi di tavola di logaritmi [4]. La Signora Belazor, terrorizzata, si precipita per le scale "per fuggire da quell'uomo che credeva rinchiuso per sempre per pazzia manifesta ed incurabile".
Christophe, L’idée fixe du savant Cosinus, IIe Chant, « Chocs en retour », [L'idea fissa dello sciienziato Cosinus, II Canto, Paura di ritorno].
Si noterà anche il gusto di Christophe, in quanto bravo professore di scienze naturali [5], per le metafore aventi attinenze con elementi naturali violenti: se il Signor Duvolet è comparato ad un uragano, è all'immagine di un torrente devastatore che la Signora Belazor è paragonata!
Un terzo ed ultimo esempio, forse meno evidente ma anch'esso cataclismatico, ci è dato in Les Malices de Plick et Plock [Le astuzie di Plick e Plock], altra serie di Christophe apparse in Le Petit Français illustré [6], narrante le disavventure di due gnomi dispettosi. Nell'episodio intitolato "La mela della discordia", Plick e Plock prendono una mela dal ripostiglio della frutta ma quest'ultima sfugge loro, rotola e precipita verso le scale: "in virtù di leggi immutabili della caduta dei corpi, la mela salta, rimbalza, risalta" e provoca degli accidenti ad ogni piano per "finire la sua corsa allo stato di mela cotta" nella zuppa della portinaia.
L’economia dei mezzi, da Daumier a Christophe
Ma lasciamo da parte le discese dalle scale e ritorniamo al procedimento deglle inquadrature troncate. Se Christophe l'ha utilizzata con un arte consumata, non ne è l'inventore: Bisogna risalire ai primi Saloni Caricaturali, questi resoconti ad immagini umoristiche delle opere esposte ai Salons Ufficiali [7], per ritrovarne l'origine.
Fenomeno tipicamente parigino, questi Salons (chiamati anche Salons Comici o Salons per ridere) si sviluppano considerevolmente durante il Secondo Impero e la III Repubblica, sulla stampa iluustrata, comica o seria. Nadar, Gill, Bertall, Cham e, più tardi Robida, Guillaume e Caran d'Ache hanno partecipato a questo rituale critico. Anche Christophe, illustrando nel 1892 il Comic-Salon di Willy [8], ha sacrificato al genere.
Le caricature che Daumier effettua in occasione del Salon del 1840 sono verosimilmente le prime a rivolgersi direttamente alle opere dipinte. Egli sviluppa una nuova forma di caricatura, la "peinture simpliste" ["pittura semplicistica], così chiamata in ragione della loro estrema economia dei mezzi: il caricaturista lascia intendere che il pittore elude la difficoltà della rappresentazione, e tradisce così la sua missione [9]. Queste pitture semplicistiche di Daumier offrono singolari somiglianze con delle vignette di Christophe, tratte da Lo scienziato Cosinus, pubblicato una cinquantina d'anni dopo:
Honoré Daumier, "Salon del 1840. Ascensione di Gesù Cristo", pubblicato in La Caricature del 26 aprile 1840 poi in Le Charivari del 1° aprile 1841.
Christophe, L’idée fixe du savant Cosinus. IXe chant. Un habitant dans la lune, [L'idea fissa dello scienziato Cosinus. IX canto. Un abitante nella luna], pubblicato in Le Petitit Français illustré tra il 1893 ed il 1899.
Contemporanee di Christophe, le esposizioni delle Arti incoerenti giocano sull'amatorialità rivendicata dei loro esponenti [10]. Il principioè semplice: organizzare "una esposizione di disegni eseguiti da persone che non sanno disegnarte" [11]. Gli Incoerenti attualizzarono il gusto gli artifici grafici ereditati dai Salons caricaturali, cioè un arte che fa un'economia estrema dei suoi mezzi per sostituire la loro carenza con il disegno. Così, quest'opera di Leroy Saint Aubert fu esposta all'esposizione del 1885. Inquadrata nel momento in cui i protagonisti appaiono, essa ricorda delle vignette della Famille Fenouillard:
Questa procedura di inquadramento amputatorio non è il solo effetto grafico che Christophe pratica e che è ripreso dai Salons caricaturali. Vi sono anche i disegni maldestri disegnati alla maniera di quelli dei bambini [12], come delle vignette monocrome di colore nero [13], D'altronde, non è il primo ad averli riciclati nei fumetti: Cham e Gustave Doré, sin dalle loro prime storie ad immagini, hanno usato queste "immagini eccentriche" [14].
Ciò non toglie nulla al talento del nostro autore che non nasconde i numerosi prestiti ed influenze che nutrono la sua opera. Scrivendo la prefazione all'akbum del Sapore Camember, Christophe avrà questa celebre formula che ci servirà da conclusione: "Si ammirerà quanto genio c'è voluto all'autore per fare del nuovo con del vecchio".
Antoine Sausverd
[Traduzione di Massimo Cardellini]
NOTE
[1] Questa pubblicazione sarà mensile sino al 1892, poi diventerà settimanale sino alla sua fine nel 1925
[2] La Famille Fenouillard fu oggetto di 53 episodi pubblicati tra il 31 agosto 1889 ed il 24 giugno 1893. All'epoca della nostra storia, Le sapeur Camember [Il sapore Camembre] ha appena fatto la sua apparizione, nella stessa rivista, il 4 gennaio 1890. Gli estimatori potranno consultare il sito di Pierre Aulas per leggere o rileggere questi classici.
[4] Il nostro scienziato pensava evidentemente che si trattava di radice quadrata...
[5] È qui che, per associare il fumetto ad una causa nobile e seria, ricorderemo che il nostro disegnatore fu anche normaliano, professore di scienze naturali, poi sotto-direttore del laboratorio di botanica della Sorbona ed anche autore di numerose opere per l'insegnamento delle scienze.
[6] Questa storia pubblicata tra il 1893 ed il 1904 è anch'essa consultabile sul sito di Pierre Aulas.
[7] Les Salons caricaturaux. Catalogo dell'esposizione presentata al museo d'Orsay dal 23 ottobre al 20 gennaio 1990, curato e redatto da Thierry Chabanne. Dossier del Museo d'Orsay n° 41. Editions de la Réunion des musées nationaux, Paris, 1990. Si può anche leggere l'articolo in rete di Denis Riout: Les Salons comiques in: "Romantisme" n° 75, Les petits maîtres du rire, 1992, p. 51-62.
[8] Willy (Henry Gauthier-Villars, detto), Comic-Salon (Champs-Elysées et Champs-de-Mars, Disegni di Christophe, Vanier, 1892. Christophe ha consegnato anche delle illustrazioni per un altro libro di Willy: L’Année fantaisiste (Delagrave, 1894) che contiene anche dei contributi di Albert Guillaume e di Godefroy.
[9] Denys Riout, La peinture monochrome, [La pittura monocroma], Folio Essais, 2006, p. 347.
[10] Vedere il libro di Catherine Charpin, Les Arts incohérents (1882-1893), [Le Arti incoerenti, 1882-1893], Syros-Alternatives, Paris, 1990. Ed il sito dell'autore sull'argomento: Les Arts incoherents.
[11] Jules Lévy, L’incohérence, son origine, son histoire, son avenir, [L'incoerenza, la sua origine, la sua storia, il suo avvenire], Le Courrier français, 12 marzo 1885.
[12] A proposito di questi falsi disegni di bambini nel fumentto vedere: Thierry Groensteen, L’enfance de l’art [L'infanzia dell'arte], 9e Art, n° 8, CNBDI-L’An 2, ottobre 2003, p. 72-83.
[13] A questo proposito, vedere Denys Riout, La peinture monochrome. Histoire et archéologie d’un genre, [La pittura monocroma. Storia e archeologia di un genere], Gallimard, Folio Essais, 2006.
[14] Cfr. Susan Pickford, L'image excentrique et les débuts de la bande déssinée: Gustave Doré et Les Dés-Agréments d'un voyage d'Agrément (1851), Textimage, Varia 1, autunno 2007.
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«Trop de précipitation» par Christophe